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Galliani sul taglio agli stipendi: "Rapporto 1:2000 fra il più pagato e il meno pagato tra i Pro”

Galliani sul taglio agli stipendi: "Rapporto 1:2000 fra il più pagato e il meno pagato tra i Pro”TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
mercoledì 8 aprile 2020, 14:38Serie A
di Luca Bargellini

Ospite di Radio24 all’interno della trasmissione “Tutti Convocati” Adriano Galliani, ad del Monza, sul momento attuale del club brianzolo e del calcio italiano in generale: “La Serie B? Abbiamo 16 punti di vantaggio sulla seconda in classifica e 11 giornate da giocare. Speriamo che si possa concludere il campionato e che ci venga riconosciuto questo vantaggio abissale”.

La querelle sul taglio degli stipendi?
“Serve lavorare caso per caso 1:2000 è il rapporto fra il calciatore più pagato della Serie A e quello che guadagna meno in Serie C. E’ impossibile lavorare con uno stesso metodo. Serve trovare una soluzione in base alle varie realtà. In Serie C il 70% dei calciatori guadagna meno di 50mila euro lordi. Non serve una manovra di sistema, ma qualcosa di mirato”.

Congelamento delle categorie?
“Non accetteremo mai di rimanere in C perché questo campionato lo abbiamo vinto e se accadesse ricorreremmo ovunque. Non è pensabile che il Monza possa rimanere in C dopo tutto quello che abbiamo fatto”.

La diatriba fra i club e l’AIC?
“Devono capire che conviene a tutti chiuderla nel migliore dei modi, sia ai club che ai giocatori. A Monza ho fatto una cosa molto semplice in accordo col presidente Berlusconi che avrei toccato gli stipendi della prima squadra e dell’allenatore in prima. Tutti gli altri non hanno avuto un euro di riduzione. Ho ridotto del 50% a chi non creava danni particolari e loro hanno detto subito di sì. Non ho chiesto nulla ai massaggiatori o a tutti coloro che avrei messo in difficoltà nella vita quotidiana. Serve parlare con tutti con ragionevolezza, cambiando la percentuale della riduzione in base allo stipendio. Togliere una o due mensilità a tutti manda in crisi le persone. Anche il tanto sbandierato decreto ‘Cura Italia’ andrebbe approfondito bene. Sono 50 milioni a disposizione da suddividere in 600 euro per chi ne fa richiesta. Dividendo queste due cifre si scopre che ad averne diritto, e solo per un mese, sono 83mila persone. E solo ieri di richieste ne sono arrivate oltre 105mila”.

Che calcio si prospetta dopo il Coronavirus?
“Credo che prima di tutto si debba finire il campionato, anche fra due mesi, come dice il presidente del FIFA Infantino. In Inghilterra hanno fatto un ragionamento semplice: se finiamo il campionato perdiamo solo il botteghino mentre manterremmo diritti tv e sponsor. Credo che la stagione, dunque, finirà in autunno e una prossima stagione quasi nella totalità senza pubblico. In più occorre cambiare la legge Melandri per la cessione dei diritti tv, evitando di cederli in trienni. Il calcio a porte chiuse è terribile, ma garantisce alle società di non fallire. Chi non vuole tornare a giocare sono quelle società che sono ultime in classifica e non vogliono retrocedere. In più farei una cosa avveniristica sfruttando il Mondiale 2022 in inverno giocando ad anno solare come fanno in Sudamerica”.

Il derby Milan-Monza a San Siro?
“Prima ci pensavo ma adesso penso a Milano e a Monza come città con quel numero terrificante di morti. La metà dei morti italiani è nella regione Lombardia. Siamo nel cuore di questo dannato virus”.

Quando riprenderà il campionato?
“Dipende dal Governo e non dalle FIGC. Spettano a loro decidere se si riprenderà fra 15 giorni o fra tre mesi. Il calcio non è uno sport come tennis o golf dove ognuno gioca per conto suo. Se ci fermiamo i club italiani, che sono SpA, perderanno 700 milioni di euro in aggiunta ai soldi che le Pay Tv chiederanno indietro perché i soldi già versati sono in percentuale di più rispetto al numero di partite disputate. Se accadesse il calcio collasserebbe senza una ripresa”.

La chiusura del campionato di basket?
“Qui la soluzione non aveva alternativa. I giocatori di basket sono americani in larga parte e sono tutti tornati negli USA. Quindi non c’è più nessuno per giocare”.

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