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Gasperini contro Juric, altro che allievo contro maestro. Storia di due trasformisti in evoluzione

Gasperini contro Juric, altro che allievo contro maestro. Storia di due trasformisti in evoluzioneTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
sabato 28 novembre 2020, 11:45Serie A
di Marco Conterio

Gian Piero Gasperini contro Ivan Juric non è la banale storia del maestro contro l'allievo. Lì sarebbe tutto riduttivo, sarebbe la fotografia di un santone e di un imberbe che si son trasmessi un credo e con quello han fatto fortuna. Gasperini e Juric è sì la storia di una fonte d'ispirazione e di uno studente modello, nonché caposaldo e perno dei momenti duri, da giocatore e da secondo poi. Però la bravura va oltre a questo semplice rapporto. Entrambi hanno saputo svilupparsi da allora, crescere. Gasperini è rimasto un integralista a metà, perché ha saputo plasmare le squadre secondo i suoi dogmi ma altresì adattarsi al tipo di giocatori a disposizione. L'Atalanta è una con Ilicic, è un'altra senza. E' una con Gomez, è un'altra senza. E' stato capace, negli anni, di creare una propria struttura, delle proprie inscindibili fondamenta come la difesa a tre, il centravanti solitario, i due mediani, gli esterni a tutta fascia, ma di far gravitare attorno a questi diversi schemi a seconda degli uomini disponibili o scelti al momento, per forma o avversario.

Juric il trasformista Lo stesso dicasi per Juric. Difesa a tre e due mediani, esterni a tutta fascia. Poi ha scisso il credo offensivo di Gasperini e ha cambiato, a Verona, dove ha trovato pane per i suoi denti e sintonia a livello di mercato. Chiaro, come Gasp si bacchetta con Sartori, il tecnico croato lo fa con la dirigenza dell'Hellas. Odi et amo, si stimolano vicendevolmente e pure qui sta il segreto. Gioca con una punta ma anche col falso nueve, con due trequartisti o con le ali. Sceglie gli uomini e i momenti, a seconda della forma a dell'avversario, e pure questo è un punto in comune con Gasperini. Ma se ce n'è uno che li accomuna di più, è la fase difensiva. Il coraggio, che sembra spregiudicatezza ma che è in verità la capacità di trasmettere consapevolezza e determinazione ai propri giocatori. Che davanti ci sia una piccola o una grande, lo Spezia o la Juventus, pressing alto e concessione dell'uno contro uno in ogni zona del campo. Anche così si diventa grandi, anche quando hai dei galloni in meno dell'avversaria.

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