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Hakimi e la fase difensiva. Poco tempo, errori di gioventù e squadra sbilanciata sulle fasce

Hakimi e la fase difensiva. Poco tempo, errori di gioventù e squadra sbilanciata sulle fasceTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
lunedì 30 novembre 2020, 17:00Serie A
di Ivan Cardia

“Deve crescere, migliorare in fase difensiva”. Oltre a sottolineare la differenza di pressioni tra l’Italia e l’estero, Antonio Conte ha parlato di Achraf Hakimi anche dal punto di vista tattico. Ed evidenziato qualche lacuna dell’ex Real Madrid e Borussia Dortmund, proprio in un fondamentale che, da difensore, dovrebbe risultargli tutto sommato abbastanza congeniale.

Poco tempo d’adattamento. È un ragionamento che anche Conte ha fatto proprio. Nella stranissima estate che abbiamo vissuto, non c’è stato pre-campionato. I nuovi acquisti sono stati cotti e mangiati: subito in campo, come se non arrivassero da un campionato straniero e non avessero bisogno di un fisiologico periodo di ambientamento. È il mancato lavoro che pesa su tutti, ma nello specifico anche su un tecnico come Conte.

Fase difensiva o errori individuali? Nelle ultime uscite, in realtà, Hakimi non è stato criticato per errori strettamente dal punto di vista difensivo. Soprattutto nella prima gara col Real Madrid, infatti, ha sbagliato in fase di transizione o comunque d’appoggio, con il celebre retropassaggio, tra l’altro poi replicato (senza esiti infausti in quel caso) anche nella partita successiva in campionato. Così, più che di errori da non difensore, sono sbagli di chi sa di avere le qualità. Rischi della gioventù, dovuti anche alla mancanza di tempo. E torniamo lì. Ma quanto può aspettare questa Inter la maturazione di un talento altrimenti così evidente?

Squadra sbilanciata. La fase difensiva di Hakimi, poi, s’inserisce in quella di tutta la squadra. E ci sono due fattori. Da un lato, il dover imparare un modo diverso di stare in campo, anche se nell’ultimo periodo in Germania la squadra giocava con un 3-4-3 non così lontano da quello nerazzurro. Dall’altro, gli equilibri tra fascia destra e mancina: fin qui, Conte ha spesso e volentieri puntato su due esterni molto offensivi (Hakimi-Young, Hakimi-Perisic), che fisiologicamente sanno attaccare di più ma espongono anche la truppa a qualche imbarcata di troppo. È questione di equilibrio, ma il tecnico non sembra ancora troppo propenso a cambiare modulo per venire incontro alle caratteristiche dei suoi.

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