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Hellas Verona, in meno di sei mesi è cambiato tutto. Dimarco e Borini insegnano

Hellas Verona, in meno di sei mesi è cambiato tutto. Dimarco e Borini insegnanoTUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
giovedì 13 febbraio 2020, 09:30Serie A
di Luca Chiarini

"Ho voluto l'Hellas. Non ho nemmeno preso in considerazione le altre offerte". Parola di Federico Dimarco, che dopo l'esordio "da sogno" contro la Juventus - ipse dixit - ieri si è presentato alla stampa a Peschiera del Garda. Dichiarazioni categoriche, inequivocabili, e forse provenienti da una realtà parallela rispetto all'agosto scorso. Breve excursus: l'ultimo mercato estivo degli scaligeri ha preso forma e consistenza sulla base di occasioni a buon mercato, scommesse e intuizioni. Il che dà ancor più valore al piccolo capolavoro a firma Tony D'Amico. A nemmeno sei mesi di distanza è cambiato tutto. In meglio. Verona è diventata una meta appetibile anche per giocatori di un certo lignaggio. Magari in cerca di rilancio: è il caso di Dimarco, ma anche di Fabio Borini. Le dinamiche che li hanno condotti in Veneto sono, a pensarci bene, piuttosto affini. A partire dalla provenienza - le due sponde dei Navigli - passando per l'esigenza fisiologica di trovare minutaggio e nuovi stimoli, anche a costo di compiere un passo indietro sotto il profilo dello status del club. L'Hellas, quest'anno, è terreno fertile per tutte queste ambizioni: entusiasmo contagioso, aria sognante, un condottiero in panchina e un calcio propositivo, oltre che straordinariamente efficace.

MOMENTO DECISIVO - Difficile individuare momenti della stagione non salienti per una squadra che ha come obiettivo il raggiungimento nel più breve tempo possibile della quota salvezza. Ma la sensazione è che questo possa davvero segnare il discrimine tra un piazzamento nelle prime dodici-tredici squadre del torneo e un rinvigorimento delle brame europee. Dopo aver archiviato in maniera trionfante il trittico infernale con Milan, Lazio e Juventus - chiuso dall'acuto finale contro i bianconeri - ora gli uomini di Juric sono attesi dalla trasferta di Udine, cui faranno seguito le sfide contro Cagliari e Sampdoria. Impegni dalla complessità intrinseca nettamente inferiore rispetto a quelli sopraccitati, ma in cui le criticità cui dovrà far fronte il tecnico di Spalato saranno legate alle motivazioni, infinitamente più difficili da replicare contro squadre meno blasonate. La stagione è dunque ad un bivio: comunque vada sarà un successo, come cantava Piotta, ma adagiarsi adesso sarebbe un gran peccato.

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