Higuain scaccia le streghe, ma il Milan non gioca ancora per lui
Duecentotrentasei minuti senza segnare (più 204 nello scorso campionato). Un'infinità, se guardiamo gli straordinari numeri di Gonzalo Higuain nelle ultime stagioni, ma alla fine la rete tanto attesa è arrivata. Il primo centro in maglia rossonera del Pipita ha il dolce sapore della liberazione: dopo l'urlo strozzato in gola contro la Roma, l'argentino si è finalmente sbloccato, proprio nel giorno in cui sono arrivati i primi gol italiani di Cristiano Ronaldo.
Il Milan non è una squadra per attaccanti, o almeno non lo è stata negli ultimi anni. Dopo il ritiro di Pippo Inzaghi e l'addio contestuale di Zlatan Ibrahimovic, solo Mario Balotelli e Carlos Bacca sono riusciti a segnare con una certa continuità. Higuain è arrivato in estate per far dimenticare i disastri della scorsa stagione, quando il giovane Cutrone salvò l'onore di un intero reparto, poco prolifico nonostante i tanti soldi spesi per Kalinic e André Silva. Certo, il gioco dei rossoneri penalizza le prime punte: Suso, Bonaventura e Calhanoglu, ovvero le tre fonti principali della manovra, tendono a rallentare la stessa, penalizzando così i movimenti del terminale. E nelle prime uscite stagionali sono emersi i soliti problemi: poche verticalizzazioni e nessun rifornimento per l'ex Napoli e Juventus, che spesso sembra vagare senza una meta, avulso dal contesto. L'impressione è che la squadra non giochi ancora per lui: anche stasera pochi palloni disponibili, poi d'incanto ne arriva uno grazie a un rimpallo e viene spedito in fondo al sacco. Gattuso dovrà mettere mano agli schemi offensivi e cambiare qualcosa se vorrà sfruttare tutto il potenziale (immenso) del suo nuovo centravanti.