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Effetto Marakana

Effetto MarakanaTUTTO mercato WEB
venerdì 9 novembre 2018, 07:452018
di Dimitri Conti
Rubrica settimanale in collaborazione con www.calcioslavo.it

Lo Stadion Rajko Mitic, ma chiamatelo pure Marakana come d'altronde fanno i serbi a casa loro, non ha più le gigantesche dimensioni di un tempo. Le ragioni sono da ricercare soprattutto nella sicurezza e nelle norme ad essa legata, che hanno portato la capienza attuale della casa della Stella Rossa a poco più di 50mila persone, 55.538 per l'esattezza. Ma un tempo ci entrava il doppio della gente: basti pensare al record storico che tocca quota 110mila, fatto registrare nella partita del 1975 contro i campioni ungheresi del Ferencvaros. Numeri da capogiro, dai quali - non a caso - deriva l'iconico soprannome dell'impianto tirato su agli inizi degli anni '60. Lo stadio poi, in queste settimane, è particolarmente vestito a festa. Sì, perché c'è la Champions League, evento sensazionale dato che mancava da 25 anni, due dopo averla alzata al cielo. Nel mezzo poi ci sono state le guerre jugoslave e i disastri che purtroppo tutti conosciamo. Ma, come dal nulla, la Stella Rossa è balzata nuovamente agli onori della cronaca, richiamando fortissime sensazioni di un tempo andato. E no, non c'entra nulla la squadra. Il livello della Stella Rossa attuale è assolutamente imparagonabile a quella di allora per cifra totale, nonostante la squadra di Milojevic si stia facendo valere in un raggruppamento a dir poco infernale. No, il motivo è nella gente.

La tifoseria serba, pur in tutti i suoi eccessi spesso e volentieri da condannare con fermezza, è però probabilmente al vertice in Europa per attaccamento ai colori e sostegno alla propria squadra. Chi nutrisse dubbi in tal senso può rapidamente toglierseli con una rapida ricerca sul web, provando ad esempio a cercare quanti sostenitori della Stella Rossa si siano recati a Salisburgo per la partita che poteva significare l'approdo alla fase a gironi. I loro sforzi sono stati ricompensati. Tornando però al discorso principale, quando la Stella Rossa gioca al Marakana il discorso è da elevare all'ennesima potenza. Gli spalti sono sempre gremiti fino all'ultimo seggiolino, e i sostenitori di casa creano calore anche nelle notti più gelide, intimorendo persino i rivali più forti. Ne sa qualcosa Ancelotti, dato che il suo Napoli è stato costretto sullo 0-0 all'esordio. Altre fresche nozioni le ha avute Klopp, sul quale il Marakana ha fatto un effetto persino doppio. Già alla vigilia, infatti, aveva colpito costringendo il manager a non convocare Shaqiri a causa del clima rovente nei suoi confronti. Poi il campo ha raccontato anche della disfatta del suo Liverpool, assordato dai decibel del tifo e annichilito dalla cattiveria della squadra di casa. Che adesso più o meno la metà delle rotative d'Europa ha scoperto non essere poi così materasso, perlomeno a dispetto degli enormi gap da pagare con le grandi dell'élite. Dove difetta la qualità, almeno in casa, arriva la forza data dalla carica dell'ambiente. È come se lo spirito di Rajko Mitic, leggenda del club e della nazionale jugoslava sia da calciatore che da allenatore, noto per il suo carattere da guerriero che non si arrendeva mai, vagasse per il prato da gioco e pervadesse le anime di chi scende in campo. Chiunque, giunto qui, si senta stranito dal sentire certe argomentazioni, beh, era stato avvisato all'inizio. Il discorso avrebbe imboccato sentieri di altre epoche, percorsi di valori oggi quasi un non-sense in un calcio governato troppo spesso da sensazioni e sentimenti nei quali molti fanno sempre più fatica a rispecchiarsi. Gli zero gol subiti in 180' di Champions League contro Napoli e Liverpool potrebbero poi bastare come prova di concretezza per i più dubbiosi.