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Juve Campione: Rugani e Demiral. Presente simile, futuro diverso?

Juve Campione: Rugani e Demiral. Presente simile, futuro diverso?TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 27 luglio 2020, 14:30Serie A
di Ivan Cardia

Sette presenze a cinque. Minutaggio attorno ai 400' per entrambi. Daniele Rugani e Merih Demiral, in questo nono scudetto consecutivo per la Juventus, hanno giocato un ruolo molto simile. Quello delle comparse, alle spalle della miglior coppia di attori protagonisti del campionato, De Ligt-Bonucci. Se il presente è comune, però, il futuro è diverso. Numeri simili, destini opposti. Forse.

Rugani, fino a quando? Approdato a Torino nel 2015, il centrale toscano non è mai riuscito a imporsi. Il suo primato di presenze in campinoato con la Vecchia Signora è di 22 gare, stagione 2017/2018. Con l'arrivo di Sarri, suo mentore a Empoli, ci si aspettava che le cose migliorassero. E invece sono andate peggiorando: il classe '94, infatti, ha visto il campo col contagocce. Ora c'è da capire il futuro: per la Juve avere un quarto centrale di alto livello non può essere un problema, ma al contempo rappresenterebbe una buona possibilità di plusvalenza. Il dubbio, semmai, riguarda le sue intenzioni: per quanto tempo un ragazzo di 26 anni, fino a poco tempo fa considerato con merito uno dei più promettenti difensori italiani, può accettare di restare nell'ombra alle spalle di una coppia inossidabile? Il bianconero è il top, certo, ma a volte meglio primo in un villaggio che secondo a Roma.

Demiral, solo il KO l'ha frenato. Anche perché, per Rugani, la concorrenza del turco si farà sempre più forte. Partito malino, si è guadagnato progressivamente la fiducia del tecnico toscano. E soltanto il brutto infortunio patito contro la Roma gli ha impedito di rosicchiare ulteriore spazio alle spalle di De Ligt-Bonucci. Il classe '98 è il futuro della retroguardia bianconera, nelle intenzioni dei vertici juventini. Ha fisico e qualità, la giusta voglia di lottare per arrivare al vertice e dall'ombra sembra avere più facilità a uscire. D'impeto, prendendosi di forza il domani e forse anche l'oggi.

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