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Speciale agenzie - Branchini Associati, l'impronta è artigianale. Da Romario a Gabriel Jesus

Speciale agenzie - Branchini Associati, l'impronta è artigianale. Da Romario a Gabriel JesusTUTTO mercato WEB
sabato 26 dicembre 2020, 13:00Serie A
di Andrea Losapio
Oggi TMW racconta i profili che scrivono la storia del calciomercato. Un approfondimento ogni 30 minuti nello Speciale Agenzie

Da Rui Costa e Romario a Gabriel Jesus e Fernandinho. La Branchini Associati nasce nel 1988 e ha sempre voluto mantenere un’impronta artigianale, per non trasformare l’agenzia in una grande azienda. Perché, al netto dei tempi che cambiano, l’idea è stata quella di interpretare la professione con i rapporti e per non ingarbugliare troppo il metodo di lavoro.

DUE UFFICI - Uno a Firenze e uno a Milano, la compagine è sempre quella da moltissimi anni. Il principale è Giovanni Branchini con, in ordine di apparizione, Antonio Dell’Aglio, Davide Bega, Leonardo Corsi e Donato Orgnoni. C’è anche Carlo Pallavicino, in qualità di socio. Con il passare del tempo sono entrati i figli, più altri collaboratori fra scouting e area lab. Dove c’è stata l’intenzione di modernizzarsi il progresso c’è stato, ma non esiste nemmeno un sito internet. Scelte che rispecchiano il modus operandi, con un core business che non abbia una vetrina di vanagloria e per pudore.

AL CENTRO IL CALCIATORE - Anche qui, come per altre società, il giocatore è visto come un datore di lavoro. Così parlare degli interessi altrui è contro la visione della Branchini Associati di interpretare la professione. Così l’intenzione è quella che dopo tanti anni non ci sia bisogno di un biglietto da visita, poiché i primi contratti gestiti erano senza facilitazioni tecnologiche, senza internet al servizio di chiunque. L’agenzia esiste da quando c’era il Telex, il primo fax in ufficio era un mobile altro un metro e mezzo, pesante 70kg. Branchini vuol essere anche tradizione.

NIENTE CORSE - L’idea è anche quella di non mettersi in competizioni con le nuove agenzie, sebbene sia chiaro che le aspettative dei giovani calciatori abbiano abbassato di molto l’età delle valutazioni e delle prime scelte di chi ne rappresenta gli interessi. Un cambio di principi lavorativi che spesso non collimano con la filosofia dell’agenzia, anche per quel che concerne la competizione verso le procure. La voglia delle famiglie di monetizzare subito, anche quando il calciatore è solamente un progetto e non si conoscono ancora le potenzialità. Questo ha falsato completamente anche la gestione dei giovani, convinti troppo spesso di essere già dei campioni.

RUI COSTA E NAKATA - Evidente in questo senso le storie di due simboli di fine millennio. Rui Costa è stato preso aspettandolo dopo una partita del Portogallo, fuori dallo stadio, per un’ora e mezzo. Da lì in poi c’è stato solamente la Branchini Associati come agenzia che lo ha seguito. Nakata arrivò invece a Perugia grazie al gruppo giapponese che ne seguiva la carriera, tramite però un’agenzia inglese. Quando i giapponesi capirono che Nakata non era seguito come avrebbe dovuto, allora Branchini, già famoso nell’ambiente, venne contattato direttamente. Il grande vanto dell’agenzia è quello che tutti gli ex calciatori sono legatissimi a chi li ha rappresentati negli anni. La filosofia è però che il calciatore fa grande l’agente.

ALLO STESSO MODO - La filosofia dell’agenzia è quella di permettere all’ex calciatore, quando si guarda indietro al termine della propria carriera, di essere felice delle scelte fatte. L’obiettivo è quello di accompagnarne l’andamento: non tutti possono ambire a vincere il Pallone d’Oro, gli obiettivi sono per forza differenti. Ma l’idea è quello di riuscire a esaudire i sogni (e gli obiettivi) nel corso degli anni, ovviamente differenti dall’uno all’altro.

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