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Il primo passo di Friedkin è inevitabile: blindare Zaniolo. Ora gli costruisca la Roma attorno

Il primo passo di Friedkin è inevitabile: blindare Zaniolo. Ora gli costruisca la Roma attornoTUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
venerdì 28 agosto 2020, 13:36Serie A
di Ivan Cardia

Non poteva essere altrimenti. La situazione di Nicolò Zaniolo, in fin dei conti, ricorda(va?) tantissimo quella di Federico Chiesa un anno fa: arriva la nuova proprietà, e il biglietto da visita non può essere mettere sul mercato il proprio miglior giocatore. Come Commisso a Firenze, così Friedkin a Roma: tenersi stretto la propria stella è l’unica mossa possibile, per chi comunque deve presentarsi a una nuova piazza, trepidante d’entusiasmo ma anche vogliosa di conoscere chi la guiderà.

Inevitabile, ma non scontato. Detto che il rinnovo è vicinissimo ma non ancora firmato, anche ieri la società capitolina, guidata sul mercato dal duo Fienga-De Sanctis, ha spento sul nascere i tentativi del Tottenham. Una posizione netta, senza cedimenti. Favorita, se restiamo al paragone con Chiesa, dal fatto che il progetto della nuova Roma parta nettamente più avanti di quanto non partisse quello della nuova Fiorentina. Così, convincere Zaniolo, senza bizze, è un po’ più semplice. Non scontato, appunto: le sirene degli Spurs, o se è per questo quelle italiche di Juventus e Inter, possono fare gol a un ragazzo che a 21 anni ha sette presenze in Champions League. E non ne aggiungerà altre nella prossima stagione.

Ora una Roma per Zaniolo. Fin qui, come detto, tutto bene. Ora, per certi versi, inizia il difficile: archiviati gli scossoni di una stagione complicata, riassestato l’assetto societario e dirigenziale, aspettando eventuali rivoluzioni future (ma è giusto che chi c’è si giochi le sue carte), la prima Roma di Friedkin dovrà essere all’altezza delle ambizioni del suo numero 22. Della piazza, più in generale. Del fatto che da grandi talenti derivino grandi responsabilità. In un campionato che, al di là del monopolio Juventus, è tornato sempre più equilibrato in zona Champions League, il quarto posto non può essere un imperativo categorico (quasi) per nessuno. In Champions non gioca neanche lo stesso Tottenham, per capirsi, che pure ha il fascino della Premier League. Provarci sì, però. Arrivare a quel livello sì. E, tenendo il più promettente calciatore del panorama italiano, la Magica ha da costruirgli attorno una squadra che sappia regalargli gli stessi palcoscenici delle altre pretendenti.

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