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Il solito De Laurentiis: ma la Serie A non vince una Coppa da 7 anni

Il solito De Laurentiis: ma la Serie A non vince una Coppa da 7 anniTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 22 settembre 2017, 11:002017
di Andrea Losapio

È sempre curioso, ma non costruttivo, ascoltare le parole di Aurelio De Laurentiis. Perché ogni volta vuole trovare il modo per portare l'acqua al proprio mulino, sperando di guadagnare sempre di più. Il Napoli deve molto, moltissimo al proprio presidente, che lo ha preso a un passo dalla scomparsa e l'ha portato fino a giocarsi gli ottavi di Champions con il Real Madrid, guadagnando 4 milioni e passa di euro per una partita. Però la cosa è reciproca perché, anche grazie a una gestione dirigenziale affidabile e oculata, il Napoli è sempre e costantemente in attivo, dando anche dei dividendi al numero uno azzurro. Il problema è che latita un titolo "maggiore", al di là della Coppa Italia o delle Supercoppe.

FERRARI - De Laurentiis si lamenta perché Infront non riesce a prendere 700 milioni di euro all'anno, cioè i soldi della Liga. Discussione valida se nel calcio italiano giocassero i Messi, i Cristiano Ronaldo e i Griezmann. Di fatto il miglior giocatore del campionato italiano, almeno sulla carta, è Paulo Dybala, scomparso nelle secche del secondo tempo di Cardiff e riapparso sotto forma di Messia in questo inizio di campionato. Poi Mertens, che nel Belgio fa la spola tra panchina e campo, oppure Dzeko, lasciato scappare dal Manchester City. Icardi, sì, rischia di diventare l'uomo copertina della Serie A, ma ha ancora qualche limite di gioco che forse non verrà mai colmato. La Serie A non vince una Champions League dal 2010 (prima era capitato nel 2007 e nel 2003 con il Milan) mentre una Coppa UEFA - perché nessuna italiana ha alzato al cielo un'Europa League - nel 1999, con il Parma. Dominio europeo, zero. Dal 2010-11 i club spagnolo hanno vinto 9 coppe internazionali su 12: 3 il Siviglia, 3 il Real Madrid, 2 il Barcellona e 1 l'Atletico. Numeri che fanno impressione e che dovrebbero spiegare a De Laurentiis perché il calcio italiano non può competere con quello spagnolo.

DIRITTI TV - Il Napoli nel 2017 supererà la soglia dei 300 milioni di euro di fatturato, ma 145 arrivano dalle televisioni, fra il campionato - quasi 100 milioni - e la Champions, poco meno di 50. Poi ci sono i 90 milioni di Higuain. Insomma, dal 2016 i ricavi sono raddoppiati, ma solo grazie alle televisioni e ai ricavi del botteghino delle partite di Champions, intorno ai 10 milioni. Insomma, più del 70% dei ricavi fissi del Napoli arrivano da ciò che la gente guarda. Troppi. Certo, alcune società sono sulla stessa soglia, peccato prendano 10-12 milioni rispetto ai 100 del Napoli. Per questo il virgolettato "De Siervo [...] riesce ad accontentare solo le piccole squadre che hanno paura di non arrivare alla fine del mese". è una falsità storica. Perché il Napoli, al netto dei diritti tv, fatturerebbe come una squadra di bassa Bundesliga. Non si può legare il fatturato solo a un fattore, perché se dovesse venir meno questo i club rischierebbero di morire. Per questo De Laurentiis si lamenta: non puoi vendere un prodotto per quattro anni, quando fra due è possibile che alcune società spendano 300 milioni di euro per un calciatore. E non si parla di top club.

BILANCIO POSITIVO - Di fatto De Laurentiis dice cose giuste, in parte, ma poi cela la verità. Perché lui vorrebbe far come per la Liga anche nella distribuzione della torta, con Real Madrid e Barcellona che si prendono gran parte dei diritti, con Siviglia, Atletico Madrid e Valencia che stanno incominciando a crescere ma sono ad anni luce di distanza, pur vincendo o facendo finali continentali. Se il modello Liga, il peggiore di tutti, dovesse essere preso a esempio, Milan-Inter-Juventus si spartirebbero gran parte della torta, lasciando al Napoli le briciole. E le 16 squadre? Sicuramente porterebbero dati positivi, ma creerebbe ancora ulteriore disparità con le serie inferiori. Vista la difficoltà a crearne una internazionale, il presidente del Napoli vorrebbe farla interna. Siamo distanti, sia dalla realtà che dai tifosi.