Il Venezia domina, l'Hellas non c'è: 3-0 all'intervallo, difesa ospite disastrosa

Venezia dominante nel primo tempo del derby contro il Verona. Gara a senso unico, sin qui, al Penzo: la squadra di Zanetti conduce per tre reti a zero grazie ai sigilli di Ceccaroni, Crnigoj ed Henry. Non pervenuta la difesa gialloblù, disastrosa in particolare sul terzo gol dei lagunari.

Le scelte
Paolo Zanetti ritrova David Okereke: tocca al nigeriano chiudere il tridente insieme al confermatissimo Aramu e ad Henry, che agisce da riferimento centrale. Il Verona si presenta al Penzo con due assenze sanguinose dell'ultimo minuto: Gunter dà forfait per un guaio muscolare, Barak è febbricitante e cede il passo ad Ilic, schierato in una mediana più folta del consueto a supporto degli stacanovisti Simeone e Caprari.

Okereke finisce k.o.
Il primo squillo è di Lazovic, che bussa alla porta di Romero con il piattone: colpo da biliardo che non coglie di sorpresa l'argentino, bravo ad accartocciarsi e a disinnescare il blitz. Di lì a poco si fa male Okereke: Zanetti è costretto ad un cambio lampo e decide di affidarsi a Johnsen: mossa che si rivelerà più che mai azzeccata.

Ceccaroni sblocca il punteggio
Al 12' si materializza il vantaggio dei lagunari: cross arcuato dalla destra di Aramu, Henry svetta più in alto di Faraoni e pesca nel cuore dell'area Ceccaroni, che fulmina Dawidowicz e apre le marcature.

Crnigoj firma il raddoppio
L'Hellas accusa il colpo, il Venezia fiuta l'opportunità e affonda nuovamente con facilità disarmante: fuga sulla sinistra di Johnsen, che si lascia alle spalle Casale e appoggia al centro Crnigoj, che con clinica freddezza apre il piattone e supera ancora una volta Montipò.

Notte fonda per gli ospiti
La squadra di Tudor evapora dal campo ed è totalmente inerme dinanzi alle trame sempre più fluide della controparte. Prima della mezz'ora inizia a piovere sul bagnato: Dawidowicz protegge l'uscita di Montipò, che ritarda incomprensibilmente l'intervento e accorda ad Henry la possibilità di allungare il piede e siglare il più beffardo dei tre a zero. Disastro su tutta la linea per gli ospiti, Tudor richiama in panchina Casale e s'affida alla solidità di Magnani, ma la musica non cambia: il Venezia continua a tambureggiare e arriva a sfiorare anche il quarto gol in diverse circostanze.