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Inter, benvenuta frenesia. È l’habitat naturale di Spalletti

Inter, benvenuta frenesia. È l’habitat naturale di Spalletti TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
sabato 15 settembre 2018, 07:302018
di Alessandro Rimi

Finalmente si riparte. Perché senza il calcio giocato è durissima per tutti. Si finisce per parlare di mercato, infortuni, drammi, statistiche e improbabili proiezioni che col pallone vero, diciamocelo, c’entrano poco o nulla. E allora ecco il Parma «che considero importante perché prima del Tottenham c'è da vincere in maniera convincente», dice Spalletti. Lui, uomo di campo, paladino della tattica e del sacrificio (ma non solo, ovviamente), se potesse non si fermerebbe mai. Perché farsi il mazzo è la prima risposta ai discorsi futili costruiti sul nulla. Non perché le analisi post partita siano meno importanti della partita stessa, per carità. Altrimenti Luciano non ne farebbe un uso quasi smodato per preparare i suoi calciatori al prossimo avversario. È solo che il tecnico dell’Inter non sembra molto avvezzo alle pause, oltre che alle chiacchiere improduttive. Dategli l’evento a Spalletti, la frenesia e il calendario fitto che più fitto non si può. Così improvvisamente, con 7 gare da giocare in 21 giorni, l’Inter piomba nel suo habitat naturale (anche) per riflesso del proprio allenatore. E con un motto vivo nelle menti di tutti: ogni partita conta più di quella successiva.

A San Siro c’è la dolce abitudine della vittoria dopo le soste di settembre. Dal 2007 a oggi, ai nerazzurri è successo praticamente sempre, se si esclude l’1-1 contro la Juve del 2013. Occhio però al rendimento casalingo dell’ultimo periodo: un punto nelle ultime tre uscite. Molto poco, anzi pochissimo se si pensa che la Beneamata affronterà quattro delle prossime cinque battaglie tra le mura amiche. E siccome i posti vuoti al Meazza si fa sempre fatica a contarli, invertire in fretta la tendenza negativa non può che diventare un obbligo. Senza Lautaro, ma con Icardi e Vrsaljko pienamente recuperati. Non un azzardo aggiungere anche Joao Mario, tutt’altro che ai margini del progetto nerazzurro. Il portoghese si allena che è un piacere e per questo - e mille altri motivi - proverà a ritagliarsi quanto più spazio possibile. La missione interista, sul lungo periodo, è ad alto coefficiente di difficoltà: riconfermarsi in campionato e al contempo guadagnarsi la targa di rivelazione in Champions League. Sarà bene inoltre diffidare da inverosimili futuri trasferimenti. L’Inter è questa qui. E con questa bisognerà andare lontano.