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Inter, Icardi è l'emblema della rinascita. Va blindato a ogni costo

Inter, Icardi è l'emblema della rinascita. Va blindato a ogni costoTUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
lunedì 28 maggio 2018, 08:302018
di Alessandro Rimi

Pare sia passata una vita dall’impresa di Roma. Una settimana fa si dipingeva un capolavoro, nel senso più puro del termine, considerati i numerosissimi fallimenti delle scorse stagioni, più annesse conseguenze. Un’annata che ha visto Spalletti protagonista indiscusso, non c’è che dire. Luciano è stato un trascinatore, un educatore e un motivatore eccellente. Capace di spremere fino all’ultima goccia i suoi calciatori, brillante quando ha saputo tirare fuori il meglio da ognuno di questi. Persino da uno che, anche quando l’obiettivo saltava puntualmente, non si è risparmiato mai. A suon di gol, ovviamente. Questo signore si chiama Mauro Icardi. Un ragazzo, invero, di 25 anni e 107 gol in cinque stagioni con la maglia dell’Inter, 29 quest’anno. Dato che fa di lui il capocannoniere della Serie A, in una tornata nella quale si è tolto pure lo sfizio di entrare (a pieno merito) nella storica top ten dei bomber nerazzurri. La quinta tripletta in carriera nel derby d’andata, il primo poker a Marassi contro la Sampdoria, cinque doppiette totali. Un gol ogni 26 palloni toccati. Numeri da far paura. Numeri che tracciano il profilo di un fenomeno. Di un cavallo di razza, ecco.

Ora, però, al netto della clausola rescissoria di 110 milioni di euro (valida entro il 15 luglio e solo per l’estero) che gravita attorno a Maurito, il direttore sportivo Piero Ausilio dovrà fare i conti con quei «club che una mattina decidono di andare a prendere un giocatore, vengono a casa e te lo portano via». Lo sa benissimo Spalletti, quasi preparato all’idea che il “9” potrebbe lasciare l’Inter per accasarsi al Real Madrid. O forse al PSG. O Magari in Inghilterra, tra il Manchester United, il Chelsea (scambio con Morata?) o addirittura il Tottenham. Per non parlare del Bayern, pronto a tuffarsi sul bomber di Rosario qualora Lewandoski dovesse decidere di togliere il disturbo. «Se pagano 110 milioni per la sua clausola, bene o male un altro attaccante lo riprendiamo. Non so però se sarebbe uno del suo livello». Già, vallo a trovare uno che profuma di interismo da cima a fondo, che (escluso qualche raro e strano caso) ti fa secco non appena mette piede in area, che sogna di giocare la Champions con quei colori da anni. E adesso che finalmente ha la possibilità di farlo cambierà abito? Icardi incarna più o meno il principio dell'era post triplete. Rappresenta l’emblema della rinascita interista. L’aurora di un nuovo giorno, sì stracolmo di temporali, ma ancora in attesa del tramonto più bello. In fondo, Splletti sa che alla Champions «l'Inter non è abituata. Ci si dovrà preparare bene, anche a livello emotivo. Non basta la mentalità, per arrivare tra le prime quattro servono i calciatori forti». Appunto, uno di questi è già in casa e va blindato. A ogni costo.