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Inter, la vittoria senza il brivido andrebbe bene lo stesso

Inter, la vittoria senza il brivido andrebbe bene lo stessoTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 23 aprile 2018, 08:302018
di Alessandro Rimi

Vincere sì, ma con il giusto grado di spavento. Come a dire: “Altrimenti che gusto c’è?”. Già, peccato che in un finale molto poco sereno come questo, dopo sei anni di vuoto assoluto, staccare la spina una manciata di minuti prima del previsto potrebbe demolire un sistema intero. Non era facile per l’Inter, giusto sottolinearlo. Il Chievo aveva vinto l’ultimo incrocio in casa e in più, quest’anno, al Bentegodi aveva tagliato la strada a Napoli e Roma e messo in crisi pure la Juventus. Perché è una squadra tosta, il Chievo. Crossa un’infinità di volte, riparte in velocità quando meno te lo aspetti, crea occasioni da gol (e qualche volta riesce anche a concretizzarle) praticamente dal nulla. Giusto sottolinearle certe cose. Però i nerazzurri risultano essere fastidiosamente recidivi. Il caso di Benevento e quello di San Siro contro la Samp, in questo senso, qualcosa spiegano. Match quasi buttati all’aria. E tanti altri lo sono stati, anche se solo parzialmente.

Il mal di trasferta dei ragazzi di Spalletti andava contrastato e ieri, a Verona, è arrivata la cura. Siccome la partita della stagione l’Inter non la giocherà in casa sua, è bene che tale cura sia definitiva o giù di lì. Quanto bene fanno a questa squadra Icardi e Perisic, d’altronde, non sono solo i numeri (66% dei gol totali) a dirlo. C’è pure quella irrefrenabile voglia di invertire una tendenza nera. Quel desiderio parossistico di urlare “basta, questa volta va come diciamo noi”. A Luciano va il gigantesco merito di aver tenuto tutta la baracca in piedi. Laddove i suoi predecessori, da Mou in poi, avevano fallito, lui è invece riuscito a cambiare le carte in tavola. Anche perché carte come quelle di Rafinha vanno giocate a occhi bendati. Il figlio del Barca è sempre più decisivo. A lui, nella battaglia del Bentegodi, va affiancato il maggior numero di dribbling riusciti (5). Non un dettaglio in una squadra molto spesso criticata per il gioco sterile e monotematico. Creando superiorità numerica vincere diventa più facile e realistico. L’Inter infatti adesso gioca meglio e vince di più. E se anche facesse a meno di chiudere col brivido, in effetti, andrebbe bene lo stesso.