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Inter, mai più operazioni in stile Zaniolo-Nainggolan. Ci sarà più attenzione sul vivaio

Inter, mai più operazioni in stile Zaniolo-Nainggolan. Ci sarà più attenzione sul vivaioTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
mercoledì 6 maggio 2020, 17:48Serie A
di Alessandro Rimi

Nainggolan-Zaniolo(-Santon): mai più operazioni così. L'Inter che, tra le altre soluzioni, ripensa (per adesso solo questo) a un clamoroso ritorno di Radja a Milano, al contempo non può non perdersi nel pensiero di uno scambio che, si potesse tornare indietro, mai più rifarebbe. Certo col senno di poi è tutto più semplice, nondimeno cedere due elementi con l'aggiunta di 24 milioni di euro per avere un giocatore sì fortissimo, ma non in linea con le idee del club sul lungo periodo, oggi fa riflettere parecchio.

Il Ninja era un desiderio di Luciano Spalletti che già l'anno prima aveva dato mandato di prenderlo da una Roma pretenziosa, in un periodo nel quale in Corso Vittorio Emanuele di acquisti non se ne potevano fare. Figuriamoci poi tanto corposi. E per un anno è durato Radja, via come chi lo ha voluto in nerazzurro, via perché nonostante la potente incidenza fino all'ultimo contro l'Empoli non rientrava nel nuovo testamento di Beppe Marotta.

Nel frattempo il caso ha voluto che, fresco diciottenne, Zaniolo a Roma tirasse fuori lampi da potenziale fenomeno. Titolare contro il Real Madrid, mattatore di fronte al Porto, protagonista in partite pesanti (Torino, Milan, Fiorentina, Napoli, Borussia Monchengladbach). Nicolò è un tornado di eclettismo, leadership e qualità. Un centrocampista che però è anche attaccante, ala, trequartista: caratteristiche che l'Inter, guarda caso, non è ancora riuscita a ritrovare.

Quel famoso "impostatore" di gioco che accomuna cattiveria a strappo improvviso verso la porta avversaria che Antonio Conte vorrebbe rivedere in Arturo Vidal. Ecco perché il club di Suning si guarderà bene, in futuro, nel dar via i propri talenti per raggiungerne di altri sulla carta più esperti e più pronti. Può darsi che in campo facciano pure bene ma, molto spesso, quando in gruppo la testa e la predisposizione a diventare parte di un tutto risulta essenziale, non basta.

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