Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Inter, meno gol ma più pesanti. L’evoluzione annunciata di Icardi

Inter, meno gol ma più pesanti. L’evoluzione annunciata di IcardiTUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
sabato 8 settembre 2018, 07:302018
di Alessandro Rimi

La scorsa stagione ha incoronato Icardi, in coppia con Immobile, capocannoniere della Serie A. 29 gol Maurito non li aveva mai fatti prima, neppure con le coppe europee di mezzo. Stagione 2014/15, le reti dell’argentino si erano infatti fermate a 27, di cui 4 in Europa League. Due anni dopo invece i sorrisi erano stati 26 (2 nella competizione continentale). Il peso specifico del capitano interista nell’ultima annata, però, è stato evidente. Forse troppo. Il 44% dei centri complessivi realizzati dalla squadra portano appunto il suo nome. E con quattro gare in meno per colpa di un infortunio che lo ha colpito nel mese di febbraio. Nondimeno l’Inter, reduce da un periodo nero, riuscì a portare comunque a casa due vittorie, entrambe a San Siro, dove Icardi si accende più volentieri. Che la musica sarà nettamente diversa, quest’anno, si è già ampiamente intuito. Nelle prime tre giornate si registrano una vittoria, un pari e una sconfitta, per un totale di 5 reti. Il serpente ne ha giocate solo due e senza riuscire a timbrare il cartellino. Più movimenti, più responsabilità, più concorrenza in area, uguale meno gol. Ecco, è possibile che, quest’anno, la punta di Rosario la butterà dentro con minor frequenza.

Un dramma? Assolutamente no. Né per lui, né per la squadra. Perché sempre Icardi non può essere. Innanzitutto per una questione legata agli impegni: più match richiedono maggiori soluzioni. E il mercato operato da Ausilio, in fondo, ha trovato la quadra grazie alle tante frecce trattate e poi regalate dal ds a Luciano Spalletti. Quindi la crescita del giocatore. Perché i gol possono non bastare per vincere se questi arrivano sempre dai soliti piedi. In questo senso Maurito sta plasmando le proprie caratteristiche, abbandonando l’area di rigore per creare un’armonia inedita nel gioco nerazzurro. Anche a costo di trasformarsi, quando serve (chiedere a Perisic), in uomo-assist. In questo modo gli avversari avranno vita dura nell’inquadrare lo spartito interista, rispetto a quanto avvenuto nell’annata passata. Condizione necessaria per evitare brutte figure in Champions. L’evoluzione che Icardi sta cercando gli permetterà inoltre di incidere nelle gare cruciali. Sono pochi i calciatori capaci di tenersi distanti dall’area rimanendo comunque letali quando si tratta di centrare il bersaglio. Alcuni step, insomma, che alla lunga risulteranno fondamentali. Nella stagione che dovrà elevarlo al piano più alto che c’è. Quello dei centravanti internazionali. L’elite che Icardi dovrà dimostrare, finalmente, di meritare.