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Inter, metamorfosi spiazzante. Vecino leader, Lautaro definitivo

Inter, metamorfosi spiazzante. Vecino leader, Lautaro definitivo TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
lunedì 18 marzo 2019, 08:00Serie A
di Alessandro Rimi

L’Inter torna al 4-2-3-1 e ci mette tre minuti a prendere in mano il derby. Vecino, trequartista, apre e chiude: Lautaro legge il movimento dell’avversario, capisce che non ha spazio e tempo per trovare la porta, sceglie in un amen di servire in sospensione il centrocampista uruguagio il quale, a quel punto, non può che scaraventare a porta (semi)vuota anticipando Romagnoli. Sorprende ancora, questa volta in positivo, la trasformazione dei nerazzurri. E Vecino è lo specchio di tale spiazzante metamorfosi. Consapevoli, chiaro, dell’importanza della partita e perciò freschi, arrembanti, ordinati. Che non significa rischiare zero, anzi, un quarto d’ora dopo il vantaggio dell’ex Viola, Paquetà salta su D’Ambrosio e di testa sfiora il pari. In generale l’undici iniziale di Spalletti però mostra quella voglia di fare la partita che, scorso giovedì contro l’Eintracht, non si era mai vista. Complice la prestazione dei tedeschi, oltre che ovviamente l’infinito numero di assenze in casa interista. Alla mezz’ora Vecino, fuori dal gioco e dai tempi in Europa League, ha sul destro l’occasione per fare doppietta, ma manda alto da due metri. Non fosse per Perisic che, a fine primo tempo, quasi infila Handanovic su calcio d’angolo rossonero, sarebbero stati 45’ perfetti.

Gattuso allora richiama il gioiellino Paquetà e manda in campo Castillejo. Cambia zero. L’Inter pressa, ripiega, riparte, crea e - cinque minuti dopo - trova pure il raddoppio: corner battuto corto, Politano pennella per de Vrij che di testa fa secco il portierone milanista. È 2-0. Sembra tutto troppo facile e, manco a dirlo, su una punizione perfetta di Calhanoglu, Bakayoko stacca anche meglio e accorcia. Il derby però non subisce variazioni clamorose sul piano dell’equilibrio. Al 66’ c’è un contatto netto tra Castillejo e Politano al limite del lato corto d’area. Il Var conferma il penalty, Lautaro va dal dischetto, respira forte e centra l’angolo più lontano. Prima l’assist, poi il gol decisivo per il Toro che, in assenza di Icardi, si prende definitivamente l’Inter. Con il talento, la mentalità e il miglioramento progressivo. Tuttavia a San Siro non è finita. Cross tagliato di Suso, nella mischia emerge imperioso Musacchio: 3-2. Nel finale Piatek di tacco (annullato fino a quel momento da Skriniar e de Vrij), Castillejo di testa (parata col fianco da Handanovic) e Cutrone rasoterra in area (salva di coscia D’Ambrosio) tentano di completare la rimonta, ma niente da fare. I nerazzurri vincono il secondo derby stagionale come non accadeva da otto anni. «Tracciato un solco tra la gara di Europa League e quella di stasera. I giocatori hanno trovato il modo di svoltare da soli». Spalletti torna terzo e indica la via per chiudere, almeno degnamente, la sua seconda stagione a Milano.

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