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Inter, per Lautaro è questione di gratitudine, di rispetto e di riconoscenza

Inter, per Lautaro è questione di gratitudine, di rispetto e di riconoscenzaTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
giovedì 2 aprile 2020, 15:08Serie A
di Alessandro Rimi

Il calciomercato, dicono dirigenti e procuratori, subirà grossi cambiamenti. Alcuni contratti verranno estesi per spalmare più agevolmente l’ingaggio, altro che ritocchi e rialzi. Il luna park dei colpi alla Neymar, alla Coutinho e alla Mbappé chiuderà per un bel pezzo. Pur vero è che i trasferimenti dovranno comunque prendere vita. Le trattative imbastite nei mesi scorsi, in ogni caso, bisognerà in qualche modo portarle avanti. E allora la verità, la soluzione, la via d’uscita dove sta? Dalla Spagna su Lautaro Martinez, in pieno regime del coronavirus, ci vanno giù pesante quanto a cifre, accordi e certezze decisamente azzardate. Il Barcellona, come un colosso forgiato nell’immunità, sarebbe pronto anche a spingersi là dove nessuno avrebbe mai immaginato neppure in tempi di assoluta normalità. Todibo, Semedo, Arthur, Vidal, Alena e un potenziale esborso di 150 milioni di euro per convincere l’Inter a lasciarlo andare. Al di là della clausola rescissoria da 111 milioni pagabile solo cash e nella prima metà di luglio. Formula impensabile, di questi tempi. Di sicuro c’è che per il club blaugrana non esiste erede di Suarez al di fuori del Toro.

Attaccante del futuro, pedina offensivamente universale, elemento dalle abilità illimitate, centravanti che fa gol in ogni modo, da ogni dove, per ogni avversario. Lauty piace a tutti, altro che Chelsea e City (che certamente oltre sono andate della più banale osservazione a distanza). Pensate che piace pure all’Inter, più di tutte le altre. Ad Antonio Conte, più di tutti gli altri. Ogni cosa ha un prezzo, ovvio. Martinez, per primo, ne è a conoscenza e, di fatti, da lui e solo da lui dipende il suo destino. Le ambizioni/intenzioni di Suning gli solleticano il cuore e perciò pensa, Lautaro, così come pensa Marotta, che sia più facile migliorare la squadra attorno a lui che farlo grazie ai soldi generati dal suo eventuale addio. È una questione di gratitudine, di rispetto, di riconoscenza. Per l’Inter che lo ha voluto più di tutti, per Conte che lo ha messo al centro del progetto nerazzurro, per Milito che gli ha fatto una testa così perché la scelta infine ricadesse sulla squadra che, da bambino, aveva visto salire sul tetto del mondo grazie alle prodezze del Principe, suo mentore. Lautaro ha 22 anni e (al momento) il suo obiettivo è rimanere sulla nave di Antonio. Di tempo per imbarcarsi in altri lussuriosi velieri, in fondo, ce n’è. E pure tanto.

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