Inter, Spalletti vuole il terzo posto che non basterà a salvarlo
Dirà, Luciano Spalletti, che chiudere il campionato da terzi o quarti conta ormai relativamente, che l’obiettivo dell’Inter era quello di bissare il ritorno in Champions League e che, per questa ragione, il piazzamento finale lascia pure il tempo che trova. Così non è. Detto che Marotta, per il futuro, ha ormai scelto da tempo Antonio Conte, che l’ex ct ha detto da tempo sì all’ambiziosissimo progetto di Suning, il miglioramento dell’ultima classifica era ed è ritenuta missione fondamentale per certificare il percorso di crescita interista. Ecco perché le ultime dichiarazioni del tecnico toscano hanno fatto molto poco piacere ai piani alti nerazzurri. In qualche modo hanno anzi convinto che cambiare, puntando su un tecnico - quanto a trofei vinti e incidenza psicologica sui calciatori - top level, è in fondo la scelta migliore, la sterzata necessaria per potersi presentare presto sul serio come anti-Juve. Ufficialmente fuori dal Settlement Agreement, l’Inter può tornare a spendere senza sudare freddo ogni volta che mette mano al portafogli.
Scenario non banale nell’estate della svolta. Anche perché Conte non avrebbe mai accettato di guidare un club senza libertà (quasi) totale di acquisto. Prima però si farà il punto sulle cessioni: Dalbert, Joao Mario, Candreva e Perisic sono nomi caldi in uscita. Resta il giallo Icardi, fortemente intenzionato a rimanere a Milano e desideroso di un confronto, quando verrà il momento, con lo stesso Conte al quale Maurito piace assai. Certo è che se dovesse pervenire un’offerta superiore agli 80 milioni di euro, dire di no sarebbe dura. Offerta che, al momento, in Corso Vittorio Emanuele non si aspettano di ricevere.