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Inter, vittoria non casuale. E magari Spalletti resta

Inter, vittoria non casuale. E magari Spalletti restaTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 15 aprile 2019, 08:00Serie A
di Alessandro Rimi

L’Inter a Frosinone comincia la partita con la consapevolezza di chi sa che in qualche modo riuscirà a portarla a casa. Proprio come al tramonto di novembre a San Siro. In ciociaria per trovare il vantaggio ci ha messo nove minuti in più. Inezie. Costruzione veloce dal basso sotto pressione, sgroppata di D’Ambrosio sulla corsia di destra, cross preciso grazie al quale Nainggolan di testa e senza marcature infila. Passa un quarto d’ora, Chibsah cintura e poi atterra Skriniar in area, Massa indica il dischetto: va Perisic ed è 2-0. Il primo tempo termina così solo perché Sportiello ipnotizza Politano solo e lanciatissimo verso la porta. Cattivo presagio. Infatti all’ora di gioco, troppa sufficienza, negligenza e un pizzico di sfortuna nerazzurra consentono ai padroni di casa di riaprire il match con Cassata. Ciano su punizione quasi non riaccende una gara che pareva morta ancor prima di iniziare. Tuttavia la parola fine la mette al 94’ Vecino che apre e chiude la solita ripartenza letale. Partecipano pure Joao Mario e Icardi, invero non brillante sotto porta. Conta aver compiuto la missione.

Il Frosinone quest’anno al massimo è riuscito a strappare un punto al Milan e comunque senza far gol. Lotterà per salvarsi e probabilmente non ci riuscirà. Nondimeno se è dai prossimi risultati che passa il futuro di Spalletti, il sesto successo lontano dal Meazza avvalora l’ipotesi di una sua (sorprendente) permanenza a Milano. Vincere non è mai banale, mai casuale, mai abbastanza e perciò il tecnico di Certaldo, tornato a +5 su Gattuso, non avrebbe ragione di preoccuparsi troppo. Certo il traguardo è vicino ma non così tanto, quindi rilassarsi eccessivamente potrebbe non essere la soluzione più saggia per l’Inter. Il Saturday Night le metterà di fronte una Roma che, dopo qualche schiaffone di troppo, ha saputo dimenticare Porto e il Porto. Poi verrà il turno di Napoli e Juventus. Ciò che conta adesso è guardare l’obiettivo in faccia e ripetersi che fallire proprio non si può. Avere bene in mente dove si vuole andare, come direbbe Lucio. Magari si scoprirà che, con un mercato finalmente senza freni, cambiare l’ennesimo allenatore potrebbe anche non essere necessario.

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