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#Inter110 - Nati da una costola, mai stati in B: le origini del Biscione

#Inter110 - Nati da una costola, mai stati in B: le origini del BiscioneTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
venerdì 9 marzo 2018, 11:002018
di Ivan Cardia

"La storia è nota: siamo nati da una costola del Milan. Beh, siamo proprio
partiti dal nulla". Mordace come sempre, l'avvocato Peppino Prisco sulla nascita della sua Inter. Che nasce in un ristorante: L'Orologio, in Piazza del Duomo, il 9 marzo 1908. Nasce di notte, alle 23.30. Nasce da una rottura: quella col Milan, appunto. I rossoneri, dopo alcune frizioni, sono scesi a patti con la FIGC del Principe Emilio Barbiano di Belgiojoso-Este, che ha varato una linea nazionalistica e autarchica. Niente più stranieri (a parte quelli già presenti) nel Milan: una scelta che 44 dissidenti non accettano. L'Inter nasce così con uno scopo preciso: dare spazio ai giocatori non italiani, residenti a Milano e non solo. Uno scopo che la nuova società porta nel nome: Football Club Internazionale Milano.

Stranieri a parte, Inter e Milan si differenziano per i colori: a inizio '900 si usano la matita rosso e quella blu. Al Milan rimane il rosso, l'Inter vi contrappone il blu, sempre, ovviamente, accanto al nero. Stranieri, colori, tifoserie: i tifosi del Milan sono i casciavit, estrazione del proletariato milanese. Quelli dell'Inter rappresentano la parte borghese della città, sono i baüscia. La città, comunque, resta un tratto distintivo: il biscione, simbolo di Milano, entra nello stemma a partire dalla stagione 1913-1914, e da allora resta una metonimia per tutta la società. Nati da una costola, mai stati in B. È uno dei grandi vanti del Biscione, rispetto ai concittadini del Milan, ma dal 2006 anche nei confronti della Juventus. Come sempre, viene in soccorso Prisco: "Il Milan è finito in serie B due volte. la prima pagando, l'altra gratis". L'Inter no, unica società del nostro calcio ad aver sempre disputato i campionati di Serie A.

Sempre in massima serie, anche con un nome diverso. Gli anni del fascismo, per una società che fa dell'internazionalismo la propria ragione sociale, non sono semplici. Nel 1928 l'Inter ha già vinto due scudetti, ma è costretta a cambiare nome: si fonde con l'US Milanese, nasce la Società Sportiva Ambrosiana. Cambia il nome, non i risultati: l'Ambrosiana-Inter vince due scudetti e una Coppa Italia. Poi torna alla propria denominazione: il 27 ottobre 1945, a due anni dall'armistizio di Cassibile, a due mesi dai bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki, il presidente Carlo Masseroni può annunciare che la società tornerà a chiamarsi solo Inter. Senza mai più cambiare nome, senza mai più scendere a compromessi. Senza mai più abbandonare la Serie A.