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#iorestoacasa - Le storie della buonanotte: Al Owairan, in carcere per il gol alla Maradona

#iorestoacasa - Le storie della buonanotte: Al Owairan, in carcere per il gol alla MaradonaTUTTO mercato WEB
venerdì 15 maggio 2020, 01:05Serie A
di Andrea Losapio
#iorestoacasa - Tuttomercatoweb.com propone ai suoi lettori delle storie di calcio per tenerci compagnia in queste giornate tra le mura domestiche

Nella storia di un calciatore, spesso, c'è un pre e un post. Un prima e un dopo. E sicuramente è così per Saeed Al-Owairan, carneade di un Mondiale, quello del 1994, che veeva ai nastri di partenza per la prima volta l'Arabia Saudita. Una qualificazione che sembrava propedeutica per un addio celere alla competizione, ma le temperature - da penisola araba, più che da competizione di pallone - aiutarono non poco i figli del deserto. Sconfitta con l'Olanda all'esordio, poi vittoria contro il Marocco, infine la sfida contro il Belgio.

IL GOL ALLA MARADONA - È il 29 giugno del 1994 quando, dopo cinque minuti, l'ex Inter e Torino Vincenzo Scifo non controlla un pallone filtrante, dando il la al contropiede. In realtà è un tutti contro uno, perché Al Owairan prende il pallone nella sua metà campo, alza i giri per correre a 25km/h, una velocità molto alta per i 43 gradi centigradi che il Kennedy Stadium di Washington offre ai giocatori. Saltato secco Medved, la scivolata di de Wolf è solo abbozzata. C'è solo Smidts fra lui e Preud'homme, ma il centrale difensivo gli dà le spalle e perde l'orientamento, lasciando l'opportunità di arrivare in area e, con una spaccata, anticipare portiere e Albert.

IL PARAGONE - È ovviamente troppo pesante, sebbene il gol sia bello. Meno tecnico rispetto a quello del Pibe, probabilmente anche meno voluto vista la grande velocità e la buona dose di improvvisazione. L'esultanza è una v di vittoria, quella che si porta a casa alla fine della partita: con sei punti l'Arabia Saudita passa il turno da seconda, anche se a pari merito con Belgio e Olanda che arrivano comunque agli ottavi. Di fronte c'è la Svezia di Kenneth Anderson e Martin Dahlin che sbarrano la strada con un 3-1. Al Owairan, però, rifiuta di essere accostato a Maradona nell'immediato dopo partita contro il Belgio, preferendosi dividere i meriti con i compagni. Che, a dir la verità, erano praticamente tutti in difesa, tranne uno, che forse ha disorientato Smidts... O forse no.

SEQUESTRO REGIO - L'argentino Jorge Solari, il commissario tecnico, esagera e dice di ispirarsi al grande Brasile. Uscendo subito dopo gli ottavi, con il rientro in patria. A rubargli la scena è ovviamente il suo numero dieci, che viene convocato dal re Fahd che, di fatto, impedisce di monetizzare in altra maniera la sopravvenuta fama globale. Un suo trasferimento in Europa si raffredda, anche se per la questione economica non c'è problema: tra regali del re e le varie sponsorizzazioni in Arabia non ci sono poi grossi problemi.

SOLO AL SHABAB - Il suo carcere, di fatto, è un gol con una corsa di 69 metri verso l'area di uno dei migliori portieri del mondo. L'Al Shabab rimane così l'unica squadra a godersi Al Owairan. Godersi per modo di dire perché poi finisce anche nelle vere prigioni per un problema all'estero: nel marzo del 1995 viene pizzicato al Cairo, in un locale a luci rosse, ubriaco e in compagnia. Durante il Ramadan, peraltro. E l'Arabia Saudita non è paese dove è bello scherzare con la religione. Tre anni di carcere che vengono indultati dal principe Faisal, che vuole rivedere Al Owairan nel Mondiale 1998. Fuori forma, gioca due partite, molto male, salutando l'effimero successo di qualche anno prima.

NESSUN RIMPIANTO - Al Owairan è stato intervistato alla vigilia del Mondiale 1998 da TMW. dicendo che le regole del paese lo bloccarono per un trasferimento all'estero. Un gol gli ha sicuramente cambiato la vita, forse non del tutto e non come succederebbe nel calcio attuale.

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