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#iorestoacasa - Le storie della buonanotte: Le God di Southampton

#iorestoacasa - Le storie della buonanotte: Le God di SouthamptonTUTTO mercato WEB
lunedì 11 maggio 2020, 01:05Serie A
di Andrea Losapio
#iorestoacasa - Tuttomercatoweb.com propone ai suoi lettori delle storie di calcio per tenerci compagnia in queste giornate tra le mura domestiche

"Benvenuti nella casa di Dio". È la scritta che campeggiava al The Dell, il vecchio impianto del Southampton, la città portuale del sud dell'Inghilterra conosciuta soprattutto per la partenza del Titanic, il 10 aprile del 1912. Ma anche perché per un periodo, dal 1986 al 2002, nel weekend ci giocava Matthew Le Tissier, Le God. Funambolico attaccante e protagonista di un calcio di altri tempi, con la commistione di quella che sarebbe poi diventata la Premier League. Il trait d'union fra due epoche completamente diverse. Perché al romanticismo del calcio degli anni ottanta si aggiungeva la bellezza di gol straordinari, ma senza le grandi possibilità di giocare in Champions League.

UOMO FRANCHIGIA - Le Tissier è stato il simbolo di un periodo incredibile per i Soton, visto che tutte le stagioni in cui è rimasto sono stare di Premier League, dal 1986 al 2002. Ma la bravura del suo centravanti era quella di incarnare la bellezza di un calcio che in quel periodo era molto fisico, con grande agonismo ma poca tecnica. Un calciatore latino, spesso sottovalutato per la bravura e difficilmente in grado di fare la differenza in quegli anni: solo Gianfranco Zola poteva essere paragonato, sebbene la stazza fisica fosse molto differente.

TOTTENHAM O UNITED? Ora probabilmente ci sarebbero i milioni di sterline ad aiutare, la bellezza di Londra oppure la possibilità di vincere a Manchester. Lì c'era però Ferguson che, in un periodo, cercò di portare Le Tissier allo United, nell'epoca pre Sheringam, forse dando il la all'acquisto di Solskjaer. Perché sir Alex provò a convincerlo con un match programme incentrato sulla sua bravura. Non ci riuscì. Come gli Spurs del resto, perché la convinzione di lasciare il mare e di addentrarsi nella frenesia di Londra potrebbe essere un problema per le sue attitudini da uomo di mare.

A METÀ FRA INGHILTERRA E FRANCIA - Le Tissier è un cognome chiaramente francese, nato nell'isola all'interno del canale della Manica, Guemsey. Dopo avere cercato il proprio sport ideale - avendo provato il cricket di sua maestà - segnò 169 gol in un campionato giovanile, prima di allargare il raggio dell'isola: un provino con i Saints divenne di fatto il trampolino di lancio. L'Oxford provò a portarlo via al Southampton, senza riuscirci. Nel 1985 firmò il primo contratto.

ALAN SHEARER - A fare la differenza per Le Tissier c'è stato un anno in particolare, l'89-90: oltre a lui, in attacco nei Saints, c'era l'ex Bari Paul Rideout. Oppure Rodney Wallace. Ma soprattutto l'attaccante che poi diventerà il miglior inglese dei dieci anni successivi. Alan Shearer, che si sposava alla perfezione con le caratteristiche di Le Tissier: 20 gol in stagione, 71 in totale per la squadra. Poi però arriva Branfoot, il prossimo ariete della nazionale viene venduto per soli 3 miliardi - ce ne vollero 36, anni dopo, per il suo passaggio dal Blackburn al Newcastle - e pure Le God finisce a essere soffocato.

IL FRACASSO DI WEMBLEY - Due sono i match che racchiudono Le Tissier nella sua sfortunata esperienza in Nazionale. Il primo è una tripletta alla Russia che non gli basta per la convocazione al Mondiale 98. L'altro è la sfida contro l'Italia, decisa proprio da Zola, dove l'Inghilterra perde l'imbattibilità di Wembley contro gli azzurri. Lì, probabilmente, finisce una carriera da 0 gol in 8 partite. La chiusura del The Dell è nel 2001: contro l'Arsenal Le Tissier raggiunge un pallone vagante in mezzo all'area e lo spara all'incrocio, per il 3-2 finale dell'ultima gara nello stadio che recitava come fosse la casa di Dio.

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