Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

#iorestoacasa - Le storie della buonanotte: Salenko, basta una notte per diventare eterno

#iorestoacasa - Le storie della buonanotte: Salenko, basta una notte per diventare eternoTUTTO mercato WEB
giovedì 19 marzo 2020, 01:05Serie A
di Marco Conterio
#iorestoacasa - Tuttomercatoweb.com propone ai suoi lettori delle storie di calcio per tenerci compagnia in queste giornate tra le mura domestiche

Correva l'anno 1969 e la Russia stava per iniziare la Terza Guerra Mondiale con un attacco nucleare alla Cina. L'incidente delle Zhenbao aveva messo ai minimi termini i rapporti tra i due paesi. Per fortuna i libri di storia mai conosceranno un drammatico seguito di quella storia ma il baratro era vicino anche su quel fronte. Intanto il settantunenne Vladimir Kuskov allenava lo Zenit Leningrado. Un club allora dagli scarsi risultati, tanto che solo due anni prima arrivò ultimo nel campionato sovietico ma venne salvato dalla politica, che decise che non era il caso di far retrocedere un club di Leningrado proprio nell'anno del 50º anniversario della rivoluzione bolscevica. In quell'anno, nella moderna San Pietroburgo, nasceva Oleg Anatolevic Salenko, l'uomo che quasi per caso ha battuto il record di reti segnate durante una partita al Mondiale sotto il sole della California nel 1994.

Stellina d'Arabia In Nazionale, Oleg da Leningrado, è stato un one man shot, in rete solo negli Stati Uniti. Però la carriera si era aperta con altre premesse e con diverse promesse. Il debutto tra i professionisti avviene da giovanissimo: sedici anni nella lega dell'URSS al rinato e di nuovo nobile Zenit Leningrado. Undici reti in due stagioni gli permettono di diventare appetibile e uomo mercato, anche perché in quegli anni aveva brillato pure nel Mondiale Under 20. In rete alla prima contro la Siria, doppietta alla Colombia con l'italiano Tullio Lanese come fischietto della partita. Poi gol alla Nigeria nei quarti ma gli africani guidati da un super Adepoju vinceranno ai calci di rigore.

Il salto in Spagna Salenko passa alla Dinamo Kiev e resta lì, scegliendo di giocare con la Nazionale Ucraina, quando l'Unione Sovietica si sfalda e le quindici Repubbliche diventano ex. Poi la chiamata del calcio nobile, quello spagnolo. Va però in provincia, al Logrones, dove da subito meraviglia. Sedici gol, è salvezza. Salenko sembra il prototipo di quel che la Russia attendeva da tempo. Un grande cannoniere. Va al Valencia, ma questa è un'altra storia, quella di una discesa. Il picco, la vetta, deve ancora arrivare.

Salenko il sovietico Oleg Salenko si è sempre dichiarato sovietico. Mai russo, nazionale dove ha scritto la storia. Mai ucraino, nazionale dove in precedenza aveva giocato una partita. La prima, storica, della Nazionale ucraina. Dirà, in un'intervista dopo il ritiro, su quella gara contro l'Ungheria: "Non abbiamo visto significato o prospettiva in quella Nazionale. Ci riunimmo in un giorno, sotto la guida di tre allenatore. Vincere, perdere, sembrava non importare a nessuno. Nessuno di noi si sentiva ucraino, allora. per quanto mi riguarda personalmente, mi sono sempre percepito come un cittadino dell'Unione Sovietica. Come tanti ragazzi, d'altra parte".

Il Mondiale La Russia è nel Gruppo B. C'è il Brasile, che farà piangere Roberto Baggio e tutti noi, sotto il sole di Pasadena. C'è la Svezia, di Ravelli, di una sorprendente scalata fino alle semifinali. E poi c'è il Camerun, al quale sarà giusto dedicare tra poco un capitolo tutto suo. La prima, per la Russia, è contro il Brasile. Gli ex sovietici nulla possono: 2-0 per i verdeoro, ora la qualificazione è tutta legata alla partita che verrà contro la Svezia. Al caldo di Detroit finirà 3-1 ma Oleg Salenko da Leningrado segnerà il suo primo gol in Nazionale. Un rigore che supera il portiere svedese, ma che poco conta.

28 giugno 1994, Stanford Si gioca alle ore 16 negli Stati Uniti. Il clima è di quelli torridi. L'attesa per la partita tutt'altro che spasmodica, visto che la Russia ha già salutato il Mondiale e il Camerun, dal canto suo, è all'apice di una generazione ma col pass per il turno successivo come migliore terza appeso solo a un amen. Fa un caldo africano, sicché il risultato, non foss'altro che per abitudine, sembra scritto. Oleg Salenko segnerà al quindicesimo, al quarantesimo, al quarantaquattresimo su rigore, al settantaduesimo e al settantaseiesimo. In mezzo a questa folle giornata, che spezzerà ogni record, c'è spazio anche per un altro. E' la zampata d'onore del vecchio Roger Milla, in rete a quarantadue anni. Nel tabellino finirà anche Radcenko, col nome minuscolo iscritto nella gloria di una partita tanto inutile quanto epica.

La discesa di Salenko Il resto della carriera è una discesa verso il dimenticatoio, non fosse per quel pomeriggio di Stanford. Al Valencia delude, dice lui "frenato dalla lingua". Va ai Glasgow Rangers, resta solo sei mesi. Poi la Turchia, accolto come una star all'Istanbulspor. Undici reti in quindici partite, pur in una neopromossa, sembrano rilanciarne la carriera ma un infortunio la spezza. Le proverà tutte per riprendersi, dalla fisioterapia a cure quasi mistiche. Fa un provino al Cordoba in Spagna che lo tessera, chiude al Pogon Stettino in Polonia. Sarà poi anche ct della Nazionale di beach soccer dell'Ucraina, con buoni risultati.

La Scarpa d'Oro e Stoichkov In un'intervista del 2015 dirà che è stato un onore condividere la Scarpa d'Oro con il futuro Pallone d'Oro, Hristo Stoichkov. Si sono visti più volte e il bulgaro gli ha sempre detto "dovresti ringraziarmi per non aver segnato un'altra rete". "Dovresti farlo tu per non averne fatta un'altra col Camerun!". Carattere forte, spesso in conflitto con gli allenatori, lamentò il fatto di essersi scontrato coi ct futuri della Russia "che non gradivano il fatto di avere una reputazione inferiore alla mia". Un pomeriggio americano per entrare nella storia. Tanto basta, nello strano circo del pallone.

Articoli correlati
Primo piano
TMW Radio Sport
Serie A
Serie B
Serie C
Calcio femminile