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#iorestoacasa - Le storie della buonanotte: un calcio di Boban dà l'inizio alla guerra

#iorestoacasa - Le storie della buonanotte: un calcio di Boban dà l'inizio alla guerraTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
mercoledì 29 aprile 2020, 01:05Serie A
di Andrea Losapio
#iorestoacasa - Tuttomercatoweb.com propone ai suoi lettori delle storie di calcio per tenerci compagnia in queste giornate tra le mura domestiche

Trent'anni fa l'Italia si preparava a ospitare i Mondiali del 1990. Quelli della rinascita e della speranza, Notti Magiche e Totò Schillaci, fino all'uscita di Zenga a Napoli sul colpo beffardo di Caniggia a deviare il cross di Diego Armando Maradona. Cronache di un altro tempo, con la penisola che sognava di bissare la vittoria di otto anni prima, quando Paolo Rossi aveva infiammato i cuori azzurri, battendo a Madrid la Germania, dopo avere fatto la stessa cosa con Brasile e Polonia.

TREDICI MAGGIO - È una delle date che vanno cerchiate in rosso nella guerra dei Balcani, seppur i conflitti - più di uno, a dir la verità - inizi formalmente solamente una decina di mesi dopo. Al Maksimir di Zagabria si gioca Dinamo Zagabria-Stella Rossa, con due tra le tifoserie più calde di sempre. Da una parte i croati Bad Blue Boys, un gruppo talmente élitario che in questo momento non è più possibile entrare a farne parte, se non per una questione di censo e di discendenza. Dall'altra i Delije biancorossi. In questo quadro la settimana prima, nel secondo turno delle elezioni della Croazia, avevano vinto i nazionalisti di Franjo Tudman, con la sua HDZ contro Milosevic: gli scontri nell'antistadio - un enorme parcheggio che ora è pattugliato praticamente sempre - provocarono circa sessanta feriti.

GLI SCONTRI - Il viaggio da Belgrado a Zagabria viene effettuato da 3000 tifosi serbi, comandati dalla Tigre Arkan, Zeljko Raznatovic. In giornata si erano verificati degli episodi di vandalismo, ma lo scontro vero e proprio si verifica proprio al Maksimir. La polizia, per gran parte composta da serbi e quindi invisi ai padroni di casa - caricarono i tifosi della Dinamo, con manganelli e gas lacrimogeni. Ci fu un'invasione di campo, intervennero i reparti antisommossa, autoblindate e cannoni ad acqua.

IL CALCIO DI BOBAN - Alcuni calciatori della Dinamo Zagabria furono feriti, mentre i giocatori della Stella Rossa riuscirono a fuggire con un elicottero. Dalle immagini televisive si vede Zvone, capitano dei croati, mentre colpisce con un calcio un poliziotto che stava prendendosela con un tifoso della propria squadra. La federazione jugoslava decise di sospendere il campionato per nove mesi e lo costrinse a pagare le spese processuali, mentre la nazione si divise. Per i croati era diventato un eroe, per i serbi il marchio del nazionalismo sempre più crescente. L'episodio accelerò ulteriormente la guerra di indipendenza croata.

LA JUGOSLAVIA SI DISSOLVE - Nessuno vuole più essere jugoslavo alla fine degli anni ottanta. Tito non è che un solo ricordo per l'accorpamento dei balcani, le etnie, i popoli, gli alfabeti, le religioni. Slovenia e Croazia di fatto rivendicano l'indipendenza, mentre l'assedio di Sarajevo avverrà nel 1992 ed è la città che più è stata colpita negli affetti. Una moschea, svariate chiese, tanti decenni di tranquilla convivenza e melange di culture che vengono spazzati via dall'orrore degli eccidi, in particolare quello di Srebrenica del 1995, a opera delle truppe di Karadzic e Mladic. Oltre al già citato Arkan, autore di numerosi crimini contro l'umanità e pulizia etnica.

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