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Jorginho, 3-5-2 e la riunione di Torino: storia di un ct senza nazionale

Jorginho, 3-5-2 e la riunione di Torino: storia di un ct senza nazionaleTUTTO mercato WEB
giovedì 9 novembre 2017, 21:152017
di Andrea Losapio
fonte Dall'inviato a Stoccolma

Un anno fa, di questi tempi, Giampiero Ventura poteva essere quasi contento. Il pareggio contro la Spagna dava la possibilità alla sua nazionale di giocarsi tutto al ritorno, al Bernabeu, passando ovviamente dalla necessità di vincere qualsiasi partita. A inizio settembre qualcosa si è rotto, definitivamente, nel suo modo di gestire il gruppo. L'Italia, negli scontri diretti, può perdere. Ma mai con largo scarto, lasciando agli avversari il pallino del gioco senza provare nemmeno ad accennare un contropiede, facendo soffrire De Gea nella sola zuccata di Belotti da pochi passi. È evidente che il rapporto con i senatori, lì, si sia incrinato. Ad aggiungere il carico ci ha pensato la sofferenza di Reggio Emilia con Israele e il punto di Torino con la Macedonia.

La pessima prestazione del secondo tempo ha portato alla riunione tecnica da parte dei calciatori, al Filadelfia. E pure Ventura è cambiato, di molto, nelle ultime uscite pubbliche. Più convinto, più sereno, forse perché sfiduciato e in balia degli eventi. Quel "andiamo al Mondiale" è più dettato dalla sicurezza che i suoi giocatori provano a infondergli, ma non da capitano quanto da osservatore esterno. Il "perdere 3-0 o perdere meglio era comunque perdere" era la cartina tornasole del fatto che, in cuor suo, Ventura non avesse potuto fare di più che arrivare a giocarsi la qualificazione qui, a Stoccolma, al Friend Arena.

Domani sera non sarà così amichevole. Così come non lo è, più nessuno, con Ventura. Capitano senza armata, commissario tecnico senza nazionale. Non avrebbe mai utilizzato il 3-5-2, sconfessando completamente il proprio lavoro, se non fosse stato costretto. Così come avrebbe preferito soccombere pur di non convocare Jorginho in nazionale, dopo le critiche aspre per la propria scelta non più tardi di un mese fa. Sono tutti segnali che vanno in un'unica direzione. A perdere sarà lui, a vincere saranno i giocatori. E questo, a pochi mesi dal Mondiale, è un terremoto epocale. Sempre ammesso e non concesso di qualificarci, per Russia 2018.