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Juve, col tridente pesante hai vinto l’ultima Champions. Ma poi chi entra?

Juve, col tridente pesante hai vinto l’ultima Champions. Ma poi chi entra?TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
giovedì 12 dicembre 2019, 11:00Serie A
di Ivan Cardia
fonte inviato a Leverkusen

Di tridenti “pesanti” è piena la storia del calcio. Senza scomodare il lontanissimo Didi-Vavá-Pelé, non proprio un tridente e inserito in un contesto tattico irripetibile, basterebbe pensare al Bale-Benzema-Cristiano del Real Madrid, o al Messi-Neymar-Suarez del Barcellona. La stessa Juventus, nei suoi annali, ha ancora vivo il ricordo del pesantissimo Vialli-Ravanelli-Del Piero. Muscoli, potenza, tecnica: tornavano poco, quei tre. Eppure l’ultima Champions League vinta a Torino, anno di grazia 1996, arrivò proprio grazie ai loro gol.

È questo uno dei motivi per cui la suggestione tridente aleggia sempre. È il fascino di vedere Cristiano Ronaldo scambiare palla con Higuain e poi con Dybala, vederli incrociare, inventare, segnare. Ieri sera alla BayArena è successo due volte nel giro di mezz’ora. Ispirati soprattutto dal 10, non proprio trequartista e non più tuttocampista. Dybala che brilla e fa brillare, inserito in un trio d'assi, che di Sarri ha tanto e poco al tempo stesso, libero di svariare a seconda di quel che suggerisce l’estro. Tanto, che schemi vuoi insegnare a tre come loro?

La tattica è un limite. Tre così non possono essere irregimentati in un calcio molto codificato come quello del tecnico toscano. Ma la questione pare superabile, se è vero che lo stesso Sarri sembra piuttosto intrigato da questo esperimento, suggerito dai numeri di quei tre e permettetecelo anche dall’estetica che del calcio è una componente essenziale. Non è solo un discorso tattico, quindi.

È sostenibile? Ne abbiamo già scritto (quasi) in presa diretta ieri sera. La risposta è probabilmente no. Dipende dal momento, dall’avversario, dagli spazi che ti concede e dal bisogno di tornare a coprire. Perché da quei tre, magari te lo diranno con affetto, ma te lo puoi pur sempre scordare. Il Leverkusen, in questo senso, fa testo fino a un certo punto. Concedeva spazi, ma soprattutto non offriva pericoli: la Juve non aveva alcun bisogno di stare troppo attenta, perché non c’era alcuna posta in palio. E Sarri questo lo sa, al netto di tutti gli stimoli che poi ha evidentemente saputo trovare.

Se giocano quei tre, poi chi entra? A dirla tutta, ci sembra questa la più grossa controindicazione all’impiego di Higuain-Dybala-Ronaldo dal primo minuto. Senza loro tre in panchina, le armi per cambiare la partita sono limitate: Douglas Costa quando tornerà. Ramsey o Bernardeschi? Sì, ma sono giocatori meno offensivi, non attaccanti. Ci sarebbe Mandzukic. Anzi, non ci sarebbe perché non è mai stato considerato in questa stagione. Il ragionamento è semplice: se uno dei tre non gioca e la partita si mette male, Sarri può giocarsi la carta del super tridente per raddrizzarla. Se l’arma nucleare è già in campo, che si fa? Difficile trovare un giocatore che possa spaccare la partita a quel punto. Non siamo nella testa di Sarri, ma ci pare un ragionamento che possa aver fatto. Tornare alla Juve del '96, che comunque aveva Padovano come quarto attaccante vero e proprio, ha senso fino a un certo punto: altri tempi, altro calcio. Avremo tempo per vedere come andrà: il tormentone del tridente pesante, a maggior ragione dopo il 2-0 di ieri, è solo agli inizi.

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