L'ombra di sé stesso. Che fine ha fatto Paulo Dybala?
Adesso il caso è aperto perché da un giocatore come lui, per molti il migliore del nostro campionato, andare avanti su questa strada non è più possibile. Che fine ha fatto Paulo Dybala? La domanda, dopo la gara di ieri sera, è ancora più attuale.
La prestazione fornita contro il Napoli è stata ampiamente insufficiente e lo stesso Allegri, che ha titubato non poco prima di schierarlo titolare, s'è ben presto reso conto della sua scelta infelice richiamandolo in panchina a fine primo tempo. Una frazione che, numeri alla mano, restituisce bene il periodo di crisi della Joya: zero tiri in porta, un'occasione creata e sedici palloni toccati, di cui solo cinque precisi. Cifre schiaccianti, che ci restituiscono un calciatore ancora non in grado di fare la differenza nelle gare che contano.
Già, perché il problema non è tanto il gol.
Dal punto di vista realizzativo, Dybala sta vivendo la sua migliore stagione di sempre: 25 in 41 partite. Ma ci sono gol e gol e una tripletta al Benevento non vale una rete in Champions, quella competizione che quest'anno l'ha visto protagonista con un solo acuto.
E dire che un anno fa, di questi tempi, si discuteva della sua doppietta al Barcellona, quelle due realizzazioni che avrebbero dovuto sancire il suo ingresso tra i più forti giocatori al mondo. Per ora però non è ancora così. Un anno dopo tutto è in fieri e il processo di maturazione appare tutt'altro che completo.