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La montagna russa di Gerson e la sfida alle delusioni del passato

La montagna russa di Gerson e la sfida alle delusioni del passatoTUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
sabato 3 novembre 2018, 11:002018
di Marco Conterio

L'ultima volta a maglie invertite, Gerson fece due gol all'Artemio Franchi. Costrinse la Fiorentina a rincorrere, fece vincere la Roma per 4-2 sul complicato campo fiorentino. Sembrò il giocatore che Walter Sabatini rincorse a lungo e che considerò poi il suo più grande rimpianto, il rimorso, la delusione. Il vagito di una nuova carriera, ma Gerson decise, involontariamente e, come racconta chi da vicino l'ha vissuto a lungo, in modo indolente, di salire ancora sulla montagna russa. A Firenze è partito alla grande, poi giù. Poi nella normalità, poi picchiate, risalite. L'ondivago incedere di un giocatore tanto talentuoso quanto incostante, mistero tattico e certezza tecnica. Il velluto non basta, però, Stefano Pioli l'ha lasciato fuori col Torino e ieri ha spiegato che "non ha condiviso ma ha accettato la scelta". Bastone, più che carota. Quello che il tecnico spera che Gerson decida di usare contro il suo passato.

Ma "senza strafare. Sarà motivato visto che è un ex e deve giocare per quello che sa mettere in campo. Ha delle caratteristiche importanti. deve trovare maggiore continuità e energia in quello che fa. Sto pensando a tutte le situazioni possibili. Ci sta mancando pericolosità offensiva e non la voglia, il problema non è dal punto di vista tattico". Lo è semmai per il brasiliano, nato dieci e reinventato otto. Solo che la media è ben inferiore, tra eccellenze e insufficienze. L'ultima volta a maglie invertite, Gerson fece due gol all'Artemio Franchi. Lo stesso che Firenze e Pioli auspicano per oggi.