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La Roma a Friedkin: cronistoria di una trattativa lunga quasi 10 mesi. Alti e bassi, poi il lieto fine

La Roma a Friedkin: cronistoria di una trattativa lunga quasi 10 mesi. Alti e bassi, poi il lieto fine
giovedì 6 agosto 2020, 11:00Serie A
di Ivan Cardia

La Roma a Dan Friedkin. La giornata di oggi si è aperta con la notizia ufficiale della cessione del club, ormai praticamente definita: è stato infatti firmato il preliminare da 591 milioni di euro che chiuderà l'era James Pallotta e aprirà quella del texano, il ricco numero 504 al mondo. Una trattativa lunga quasi 10 mesi, che abbiamo provato a ripercorrere nei suoi momenti salienti.

Tutto inizia a fine ottobre. Il primo accostamento è datato 24 ottobre: Il Tempo lancia la notizia dell'interessamento del gruppo Friedkin nei confronti del club giallorosso. Quattro giorni dopo, il 28 ottobre, si celebra l'assemblea degli azionisti. Siamo a uno stadio iniziale della trattativa, il CEO Fienga e il vicepresidente Baldissoni chiariscono di non essere stati ancora contattati da gruppi interessati.
Friedkin a Roma. Il 20 novembre, lo stesso Friedkin è in Italia e incontra, presso lo studio Tonucci, che da sempre assiste Pallotta in Italia, con esponenti del club giallorosso. Filtra un documento di Goldman Sachs che illustra l'opportunità economica rappresentata da questo affare. Il titolo giallorosso, intanto, schizza verso l'alto in Borsa.

Friedkin a Roma. Il 20 novembre, lo stesso Friedkin è in Italia e incontra, presso lo studio Tonucci, che da sempre assiste Pallotta in Italia, con esponenti del club giallorosso. Filtra un documento di Goldman Sachs che illustra l'opportunità economica rappresentata da questo affare. Il titolo giallorosso, intanto, schizza verso l'alto in Borsa.

Se ne riparlerà sotto il vischio. Il ritorno di Friedkin nella Capitale è previsto per Natale. Si inizia a parlare di cifre concrete: quasi 750 milioni, di cui 600 destinati a rilevare la società e il resto a coprire l'aumento di capitale. Nota di colore (ma neanche troppo): il magnate texano avrebbe pranzato con Totti in un noto albergo dell'Urbe. Inizia una lunga fase di studio: il viaggio di Ryan Friedkin in Italia, inzialmente previsto per i primi giorni di dicembre, è rinviato. Ma non ci sono grossi dubbi sull'intenzione di portare a termine il closing: secondo La Repubblica, Friedkin sarebbe pronto a partecipare all'aumento di capitale, in programma entro fine anno, anche in attesa del completamento della due diligence. E La Gazzetta dello Sport racconta di una fumata bianca definitiva che potrebbe arrivare entro Natale.

I primi rinvii e la questione stadio. Emergono le prime criticità: l'11 dicembre, Il Sole 24 Ore parla di un vero e proprio stallo, dovuto alle differenze nelle rispettive valutazioni tra i due tycoon statunitensi. E si inizia a parlare di una questione che tanto collaterale non è: lo stadio. Le parti aspettano novità dal sindaco Raggi per l'impianto, ancora oggi non entrato nella fase di realizzazione.

Da Natale a Capodanno. La cessione, comunque, è a un passo: il viaggio di Natale non è avvenuto, ma i contratti tra Los Angeles, Londra e Trigoria sembrano portare al lieto fine. Il passaggio di proprietà, scrive Il Messaggero, avverrà per una cifra vicina agli 800 milioni. Il 29 dicembre è un giorno di attesa: a stretto giro di posta è in arrivo il comunicato finanziario sulla cessione. A sbloccare il tutto, un meeting in videoconferenza tra Pallotta e Friedkin: 790 milioni di euro, al lordo dei 272 milioni di debiti rinegoziati attraverso un bond a sette anni emesso da Goldman Sachs. E, dagli Stati Uniti, Pallotta dà soltanto conferme, in una dichiarazione che sa tanto di addio: "Ho fatto tutto per il bene del club". Si inizia a parlare di nuove mosse, con una possibile conferma in blocco del management e l'eventuale ritorno di Totti e De Rossi.

Il 2020 inizia senza closing. Il 30 dicembre, l'atteso comunicato non arriva, ma a metà gennaio l'affare non sembra in bilico: i Friedkin, padre e figlio, tornano in Italia, a Milano, il 20, pronti a finalizzare una trattativa praticamente fatta. La due diligence è completata il 27 gennaio. Il 4 febbraio, nuovo incontro in programma tra le parti: la nuova data per le firme è il 14 febbraio.

La festa degli innamorati? Sposi a San Valentino: c'è del romanticismo. Ma la data è subito da aggiornare, perché nel giro di 24 ore slitta di una settimana: a questo punto si parla del 20 febbraio. La famiglia texana inizia a lavorare concretamente al nuovo stadio: emerge l'indiscrezione che a metà dicembre il magnate USA sia volato in Qatar per incontrare i rappresentanti del Josoor Institute, che dovrebbe avere un ruolo di spicco nella costruzione dell'impianto di proprietà. Giorni caldissimi: dal 20 si slitta ancora, al 28, quando Dan Friedkin dovrebbe firmare il contratto preliminare. L'attesa continua: siamo arrivati al 5 marzo, e Pallotta sbarca a New York per siglare il passaggio di proprietà. Entro il fine settimana dovrebbe arrivare l'annuncio.

Il Coronavirus investe il mondo. E anche la Roma. L'esplosione della pandemia mette a rischio la cessione della società capitolina. Le prime differenze emergono sul prezzo: i quasi 800 milioni non sono considerati da Friedkin una cifra più ragionevole. A metà marzo la contrattazione entra quasi ufficialmente in una lunga fase di standby. Il nuovo appuntamento è fissato addirittura per settembre: Pallotta ha individuato in Friedkin il nome giusto a cui cedere ed è disponibile ad aspettarlo. Non è detto però che la controparte sia ancora interessata: le conseguenze dell'epidemia si fanno sentire, soprattutto negli USA, e a fine marzo sembra che la fumata, da bianca, sia destinata a diventare nera.

Tutto da rifare. Si riparte da zero, i contatti riprendono a fine maggio: il 19, una telefonata tra Pallotta e Friedkin è un vero e proprio tentativo di disgelo. Il texano detta nuove condizioni: la valutazione scende di almeno 100 milioni, ma Friedkin chiede anche la riduzione del costo lavoro e rassicurazioni sul fatto che i gioielli (Zaniolo e Pellegrini su tutti) non vengano messi in vendita. Inizia un lungo tira e molla sul prezzo, che oscilla tra 500 e 600 milioni.

Arrivano nuovi pretendenti. Joe DaGrosa, ex proprietario del Bordeaux, è interessato alla Roma e traccia un identikit preciso: "Non stiamo guardando a uno dei top club, anche solo per un discorso di costi, ma ce sono altri che sembrano molto interessanti". Resta in piedi l'ipotesi che Pallotta rilanci il suo impegno, aspettando tempi migliori per vendere.

Fumata nera con il texano? La trattativa con Friedkin pare definitivamente archiviata, il 15 luglio lo stesso patron giallorosso usa parole dure: "L'ultima offerta semi-concreta non era minimamente accettabile". Sullo sfondo, resta viva la questione stadio: Radovan Vitek, il miliardiario ceco che vuole costruire l'impianto, chiede chiarezza. È proprio su questo argomento che, a metà luglio, ripartono i contatti tra Friedkin e Pallotta. Il 19 luglio, Il Messaggero riferisce nuovi aggiornamenti: il texano è tornato alla carica, con una nuova offerta da 490 milioni più 85 per l'aumento di capitale. Cifre, spiega questa volta Il Tempo, che a Pallotta non bastano: chiede di più e con modalità di pagamento diverse. L'affare sembra di nuovo a un punto morto.

L'accelerata definitiva. Il 2 agosto, la svolta: Friedkin arriva a una valutazione complessiva da circa 600 milioni, l'accordo a questo punto è dietro l'angolo. Nel frattempo, dal Medio Oriente il kuwaitiano Al-Baker twitta il proprio interesse, ma lo stesso Pallotta non sembra troppo convinto. E nella giornata di ieri l'imprenditore orientale si defila dopo una trattativa lampo e non troppo fortunata. In campo, resta solo Friedkin. E il resto è storia recente: nella prima mattinata di oggi, l'annuncio. Accordo preliminare da 591 milioni: c'è voluto del tempo, come è normale che fosse per una grande società, peraltro quotata in Borsa. Ma alla fine il tycoon texano è sempre stato il nome forte per il futuro della Roma.

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