La strana coppia
"Con Dzeko ho legato tanto, posso parlare in ceco con lui". Parola di Patrik Schick, che spiega così il suo rapporto con Edin Dzeko. Fuori dal campo, aiutato dalla doppia esperienza del centravanti bosniaco in Repubblica Ceca, prima all'Ústí nad Labem e poi al Teplice, i due arieti di Eusebio Di Francesco hanno stretto un buon legame. Il maestro e l'allievo, viene da dire, anche se con caratteristiche tecniche molto diverse.
In campo, però, il dubbio rimane. E Di Fra studia i modi di far convivere la strana coppia. Giocatori diversi, Schick e Dzeko, ma accomunati dai centimetri. E dalla posizione in campo: entrambi numeri 9, pur con movenze differenti. In fin dei conti, della possibilità di scendere in campo assieme ha parlato lo stesso Schick: "Ci ho giocato pochi minuti a Verona, ma ero esterno, ed è diverso rispetto a quando gioco punta. Credo sia andata bene, quando abbiamo giocato insieme abbiamo fatto bene". Per mezz'oretta contro il Chievo: un test non particolarmente probante.
L'idea di farli convivere, comunque, resta nella testa del tecnico. D'altra parte, la Roma non dovrebbe fare a meno di nessuno dei due. Dzeko è il bomber della squadra, Schick diventerà uno degli acquisti più costosi nella storia della società. Oneri e onori, per l'ex allenatore del Sassuolo. Molti vorrebbero poter contare su due giocatori di questo livello, lui deve. Schick a destra e Dzeko centrale? È l'esperimento fatto proprio contro i clivensi, ma il ceco perde qualcosa. Schick-Dzeko coppia d'attacco con Perotti trequartista? È una soluzione possibile, ma che sacrificherebbe Stephan El Shaarawy. Un inedito 4-2-4 con l'argentino e il Faraone larghi ai fianchi della strana coppia? È un rebus, a Di Francesco la soluzione.