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Le grandi trattative del Napoli - 1967, un finto dirigente per strappare Zoff alle milanesi

Le grandi trattative del Napoli - 1967, un finto dirigente per strappare Zoff alle milanesiTUTTO mercato WEB
domenica 19 aprile 2020, 19:40Serie A
di Pierpaolo Matrone

Dopo quattro stagioni da incorniciare al Mantova, Dino Zoff si apprestava a vivere un'estate da protagonista nel lontano 1967. Per la maggior parte degli addetti ai lavori quel glaciale e introverso ragazzone, 183 centimetri e un bagaglio tecnico che aveva già fatto spalancare gli occhi agli esperti del ruolo, sarebbe diventato presto il portiere della Nazionale e rappresentava il profilo perfetto per le milanesi. Inter e Milan, a quei tempi, dominavano in Serie A e, secondo qualche leggenda, anche negli uffici federali che contavano. Sembrava chiaro che un talento dei pali del genere avesse scritto nel destino il nome di una big del Nord. Inoltre, essendo a Mantova, per Dinosauro, come lo soprannominerà poi Gianni Brera, sarebbe stato logisticamente più comodo spostarsi da Mantova a Milano. Ma le vie del mercato sono sempre infinite.

Contesto Napoli. Il Napoli, nel frattempo, era da poco tornato in Serie A e, sotto la guida sapiente del potentissimo politico Achille Lauro, pareva deciso a conquistarsi un posto importante nel calcio italiano. Il Comandante figurava solo come presidente onorario, ma aveva già giocato un ruolo determinante nell'approdo in azzurro del fenomeno Sivori. Era l'uomo più potente di Napoli e a fine 1966 aveva proposto suo figlio Gioacchino Lauro alla presidenza del Napoli. Richiesta ottenuta, Lauro jr successe a Roberto Fiore e per il club azzurro aumentò la disponibilità economica. A qualche calciatore regalò una Porsche, ad altri adeguò l'ingaggio, le signore dei giocatori furono omaggiate con gioielli. Poi l'estate successiva fece il suo esordio anche in sede di mercato.

La trattativa. Come quella legata a Sivori, anche la trattativa che portò Zoff al Napoli sembra esser stata scritta da uno sceneggiatore. E' l'ultimo giorno di mercato e all'Hotel Gallia di Milano c'era tanto fermento. L'andirivieni di addetti ai lavori e calciatori veniva catturato per la prima volta dalle telecamere TV, aggiuntesi alle macchine fotografiche dei quotidiani e ai taccuini dei giornalisti. Bisognava ancora definire il futuro del portierone friulano. Milan e Inter erano in bagarre, si scatenò una sorta di asta. Ogni minuto più vicino al gong, il Mantova chiedeva qualcosina in più. A mezzanotte sarebbe finita la sessione e il Napoli pareva tagliato fuori.

Il colpo di teatro. Qui il colpo alla napoletana, come fu rinominato poi. Alberto Giovannini, direttore del 'Roma' (il giornale di Lauro), su richiesta dell'allenatore Bruno Pesaola si finse un dirigente del Napoli, volò dal Mantova a ridosso della mezzanotte e offrì 20 milioni in più rispetto all'ultima offerta del Milan, spiazzando Lauro che nel frattempo tergiversava: 120 milioni e anche il cartellino del portiere Bandoni. Il Mantova accettò, mandando a rotoli i piani di Milan e Inter. Era arrivato anche Moratti, invano. Tutto fatto. Le bottiglie di champagne che vengono stappate sono quelle del Napoli, consapevole di essersi assicurato uno dei migliori portieri in circolazione.

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