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Le grandi trattative del Parma - 2000, si cerca un 9 di riserva: arriva Mboma

Le grandi trattative del Parma - 2000, si cerca un 9 di riserva: arriva MbomaTUTTO mercato WEB
mercoledì 22 aprile 2020, 10:20Serie A
di Niccolò Pasta

L’estate del 2000 del Parma non è solo Milosevic, Micoud e lo scambio Crespo-Almeyda-Conceiçao. E’ anche l’estate dell’arrivo in Emilia di Patrick Mboma, attaccante camerunese, pallone d’oro africano proprio in quell’anno, in forza al Cagliari. Arrivato in Italia nel ’98, si dimostrò subito essere un ragazzo molto intelligente, presentandosi parlando un fluente italiano, appreso in pochissimi mesi. Nel Cagliari di Cellino, neo promosso in Serie A, giocò per due anni, attirando l’attenzione di tanti club importanti europei, viste le ottime prestazioni.

Nell’estate del 2000, a trent’anni, decide di lasciare Cagliari per provare uno step successivo e regalarsi un finale di carriera ad alti livelli, anche mettendo in conto di partire come seconda scelta. Sono tante le big italiane in cerca di un bomber di scorta, un usato sicuro in grado di poter sostituire al meglio il 9 titolare in caso di bisogno. Su tutte, emergono Inter e Parma, che iniziano a duellare per portare a casa l’attaccante africano. In realtà l’obiettivo primario del Parma era Kennet Andersson, attaccante del Bologna, dove era tornato l’estate precedente dopo un anno deludente alla Lazio. Trattativa intavolata tra Parma e Bologna, che concede il benestare alla cessione della punta, il quale, prima di prendere una decisione, chiede di poter parlare con il tecnico del Parma Malesani. Cosa si dissero i due in quella telefonata è tutt’ora sconosciuto, ma tant’è che dopo quella chiacchierata sia Malesani che Andersson diedero un responso negativo, bloccando sul finire la trattativa. Fu così che il Parma virò su Mboma, il cui scoglio però era la clausola da 13 miliardi. Lo stesso scoglio su cui impatta l’Inter, non convinta a spendere una cifra così importante per una punta di scorta. Si tratta sul prezzo ma Cellino non vuole concedere grossi sconti, costringendo così l’Inter a uscire di scena. Rimane solo il Parma, che dopo un tira e molla lungo qualche settimana, si accorda con i sardi per il prezzo di 12 miliardi.

Mboma arriva a Parma a fine giugno, presentandosi a Collecchio parlando subito chiaro: “Avevo ricevuto offerte da Germania, Inghilterra, Turchia e da un' altra squadra italiana impegnata in Champions League (l'Inter), ma ho creduto nel progetto del Parma. Se poi la vita in questa città piacerà alla mia famiglia potrei anche finirci la carriera”. La concorrenza in attacco non fa paura all’africano, che ammette di non temere la grande competitività del reparto: “In squadre di altissimo livello è ovvio che ci siano tanti campioni. Ma questo era già in conto, la cosa importante è potermi giocare una chance importante qui in Italia”. A Parma Mboma rimarrà fino al gennaio 2002, quando venne ceduto al Sunderland e di lì a poco si ritirò dal calcio. Chiuse la sua parentesi emiliana con 35 presenze e 7 reti. Durante la sua militanza a Parma fu avvicinato dal Verona, che però si tirò indietro per motivi pressoché clamorosi, come commentò l’allora presidente dei Veneti Pastorello: “Se partisse Bonazzoli” - in quei giorni di mercato obiettivo di tante grandi squadre - “i tifosi mi metterebbero sulla graticola, se poi aggiungiamo l'arrivo di un giocatore di colore con questa tifoseria…” Parole che scatenarono tantissime polemiche e che mobilitarono anche la politica, con il sindaco di Verona e l’allora Ministro Melandri in prima linea per la lotta contro il razzismo negli stadi. Il tutto si concluse con le scuse di Pastrorello, a suo modo di vedere mal interpretato, e con Mboma a Parma per un’altra stagione.

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