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Le grandi trattative dell'Hellas - 2013, dal Porto arriva Iturbe. La scommessa vincente di Sogliano

Le grandi trattative dell'Hellas - 2013, dal Porto arriva Iturbe. La scommessa vincente di SoglianoTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
mercoledì 15 aprile 2020, 16:10Serie A
di Luca Chiarini

Quella che lega Juan Manuel Iturbe e l'Hellas Verona è una storia di fiducia reciproca. Un affare che viene da lontano, nato in sordina, sottotraccia. Del Messi Guaraní si parla un gran bene, ad onta dei numeri che - con la sacrosanta attenuante della giovanissima età - non sembrano giustificare l'apprezzamento incondizionato degli addetti ai lavori: zero reti con il Porto dei grandi, che l'aveva acquistato per quattro milioni dopo la vetrina del Sub 20 sudamericano, e appena tre in diciassette presenze nel recente prestito al River Plate. Tra coloro che sono pronti a puntare ad occhi chiusi sul paraguaiano c'è anche Sean Sogliano, che nell'estate del 2013 è depositario del compito - al contempo gravoso e stimolante - di restituire alla città di Verona una squadra da Serie A, dopo molti anni di militanza nei campionati inferiori.

Per la stretta finale occorre attendere le ultime battute di quel mercato estivo. La nomea di bottega cara affibbiata al Porto trova riscontro nei fatti: trattare con i portoghesi è compito molto arduo quasi di default, a maggior ragione se stai provando a strappargli un talentino dal valore ancora inespresso. E poi c'è la concorrenza dell'Inter. Poco male, però, perché l'appeal in caduta libera e i tentennamenti dei nerazzurri dirottano le preferenze di Iturbe verso la sponda scaligera.

L'arrivo in Italia dell'entourage prova inconfutabilmente che l'affare è in procinto di chiudersi in tempi rapidi. Le firme arrivano sul gong, e il Porto cede a condizioni favorevoli per sé, con una formula studiata per avvantaggiare anche l'Hellas: prestito oneroso di un milione, con opzione d'acquisto fissata a quindici. Chi storce il naso viene subito sbugiardato dalla potenza sfolgorante di quel ragazzino con la quindici sulle spalle, che in trentatré presenze va a segno per ben otto volte, a suon di strappi e vampate a spron battuto. La chiamata di una big non tarda ad arrivare: Roma e Juventus bussano alla porta dei gialloblù, che fiutano la plusvalenza ed esercitano il riscatto. Il tormentone di quell'estate si risolve a favore dei giallorossi, che conducono in porto una trattativa rivelatasi - con senno di poi - assai poco fruttuosa.

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