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Le grandi trattative dell’Inter - 2003, Cruz: El jardinero che si baciava i pugni

Le grandi trattative dell’Inter - 2003, Cruz: El jardinero che si baciava i pugni
© foto di Giacomo Morini
sabato 2 maggio 2020, 09:30Serie A
di Alessandro Rimi

Doveva arrivare Capello, invece Moratti punta ancora su Cuper. E’ l’estate del 2003, l’Inter ha vissuto la doppia delusione tra campionato (seconda a -7 dalla Juventus) e Champions League (eliminata in semifinale dal Milan futuro campione d’Europa). C’è la convinzione di poterci riprovare, l’ambiente è carico e desideroso di rivalsa. Il presidente torna alla carica sul mercato: a Milano sbarcano Helveg, Karagounis, Lamouchi, Van der Meyde, Kily Gonzalez, Luciano e Julio Ricardo Cruz.

Sette colpi, con una ciliegina sulla torta giunta dal Bologna. El jardinero, soprannome che gli amici d’infanzia gli avevano dato alla periferia di Santiago del Estero quando, dopo gli allenamenti, Julio si divertiva a tagliare l’erba del campo, arriva all’Inter alla non più verde età di 29 anni. Il suo percorso parte dal Banfield e passa dal River Plate, prima del salto in Europa al Feyenoord. La A gliela regala il Bologna che, nel 2000, lo convince a trasferirsi alla corte dei rossoblù di Guidolin.

Tre anni di prodezze prima della stoccata interista: il suo agente Gustavo Ghezzi riceve una chiamata da via Durini, con il direttore tecnico nerazzurro Marco Branca l’intesa (triennale da 1,5 milioni) si trova in ventiquattro ore. Con il club felsineo invece la trattativa dura settimane e l’accordo giunge solo al termine del mercato: alla prima proposta di 8 milioni di euro, l’Inter ne mette altri due per far sì che arrivi finalmente la fumata bianca.

Eccolo qui l’erede di Crespo che segna in ogni modo: destro, sinistro, testa, punizione, distanza. L’argentino è un incantevole compendio di tecnica e maturità tattica. Non c’è allenatore che non si innamori di lui. Il suo contributo porta in bacheca quattro scudetti, due coppe Italia e due Supercoppe nazionali. Ad Appiano lascia per sempre il ricordo del calciatore moderno ed elegante. Del bomber che si baciava i pugni, mentre la rete continuava a gonfiarsi.

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