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Le grandi trattative della Fiorentina - 1998, l'Ispettore Heinrich sarà tra i Leoni di Wembley

Le grandi trattative della Fiorentina - 1998, l'Ispettore Heinrich sarà tra i Leoni di WembleyTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
domenica 12 aprile 2020, 15:15Serie A
di Dimitri Conti

Tanti campioni, o presunti tali, arrivati dall'estero hanno infiammato gli anni Novanta della Fiorentina, trascorsi per quasi la totalità del decennio, con fortuna a targhe alterne, sotto l'egida di Vittorio Cecchi Gori. Infuocato appassionato di calcio, VCG ha sempre amato portare ai suoi tifosi nomi di grido, profili che avessero contribuito in prima persona a scrivere importanti pagine, meglio se a livello europeo. A questo identikit corrisponde anche il profilo di Jorg Heinrich, mediano tedesco arrivato in riva all'Arno nell'estate del 1998.

Giocatore che spesso e volentieri preferiva sostanza e praticità all'eleganza, ma comunque in una dimensione da Manschafft, è sempre risultato legato alla sua terra d'origine. Una volta, prima che cadesse il muro, era stato tedesco dell'Est, e il biennio di Firenze per lui sarà l'unico trascorso lontano da casa, dalla Germania. La gloria era arrivata in maglia giallo-nera, Borussia Dortmund, appena un paio di stagioni prima, quando appena arrivato era stato parte integrante della squadra campione d'Europa, a spese con la Juventus. L'avevamo sottolineato quanto un profilo del genere potesse piacere a Cecchi Gori.

Il presidente viola, infatti, scuce una cifra piuttosto importante, all'incirca sui 15 miliardi delle vecchie lire, e si assicura l'instancabile mediano. Nel capoluogo toscano riesce subito ad imporsi per generosità e bontà di prestazioni, pur non riuscendo la sua squadra a regalare alla tifoseria un trofeo. Ma le partite giocate ad alto livello si sprecano, così come estemporanee imprese rimaste nella storia, si legga alla voce Undici Leoni di Wembley. C'era anche lui. Saluterà Firenze appena varcato il ventunesimo secolo, con addosso l'iconico soprannome di Ispettore, affibbiatogli per la capacità di risolvere le partite grazie a gol, assist o giocate azzeccate, per tornare ancora una volta nella sua Dortmund. Si dice che la nostalgia sia un sentimento più latino che nordico, ma non ditelo ad Heinrich.

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