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Le grandi trattative della Lazio - 2011, 300mila euro al Barcellona per il 16enne Keita

Le grandi trattative della Lazio - 2011, 300mila euro al Barcellona per il 16enne Keita TUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
giovedì 7 maggio 2020, 18:30Serie A
di Riccardo Caponetti

Una plusvalenza da 30 milioni resa possibile grazie...al ghiaccio. Quello messo da un 15enne di nome Keita nel letto di un suo compagno di squadra delle giovanili del Barcellona, durante un torneo giovanile nel 2010 in Qatar. Uno scherzo non apprezzato dal club, che decide così di mandarlo a giocare un anno nel Cornellà, società satellite dei blaugrana. Classe '95, esterno offensivo, dimostra fin da subito di avere qualità tecnico e atletiche fuori dalla norma, che attirano su di lui gli occhi di molteplici scout. Il più lesto è Igli Tare, ds della Lazio, che si accorge subito di lui e - favorito dalla sua voglia di cambiare aria - riesce a portarlo a Roma pagando al Barça un indennizzo di appena 300 mila euro. Ha 16 anni, è l'estate del 2011, in cui a Formello arrivano nomi di spessore come Klose, Cissè, Cana e anche un certo Lulic, in quel momento giocatore sconosciuto. Proprio come Keita, che si presenta con la duplice etichetta del baby fenomeno e del bad boy. Un doppio filo diretto che si porterà avanti per tutta la sua carriera.

Per giocare una partita ufficiale con la Lazio deve aspettare un anno. Questioni burocratiche, di passaporti. Fatto sta che partecipa con la Primavera di Bollini al campionato 2012-'13, che i biancocelesti vincono battendo in finale l'Atalanta. Keita diventa campione d'Italia e viene anche convocato da Petkovic in prima squadra, senza però esordire tra i professionisti: che avviene 15 settembre 2013 nel 3-0 dell'Olimpico contro il Chievo. Tra prima squadra e Primavera, colleziona 39 presenze con 11 gol e 9 assist. Il suo rendimento è in crescendo e diventa un punto di forza della Lazio nelle annate seguenti. Accelerazioni e dribbling, quando è in giornata i difensori avversari non lo fermano mai.

Accanto al suo indiscutibile e oggettivo potenziale, però, c'è sempre l'altra faccia della medaglia. Quella che aveva suscitato l'ira del Barcellona in Qatar: un carattere che ogni tanto va sopra le righe. All'interno dello spogliatoio di Formello spesso discute con alcuni senatori, che gli rimproverano un atteggiamento poco professionale e poco rispettoso nei confronti dell'intero gruppo. Qualcosa si rompe anche con la società, con cui divampano polemiche su polemiche. Tanto che nel luglio 2016, dopo il caso Bielsa, si apre anche il caso Keita, che non si presenta in ritiro. Inzaghi è bravo a ricucire tutto, ma la cicatrice diventerà insanabile. Un anno dopo, ad agosto del 2017, non viene convocato per la Supercoppa vinta contro la Juventus. "La verità è sotto gli occhi di tutti: a Keita la Società non ha fatto un’offerta di rinnovo contrattuale adeguata e non l’ha convocato per la prima partita importante della stagione. Non dico che non ha giocato: non è stato neppure convocato. Evidentemente la Società non intende investire sul giocatore. Il resto sono chiacchiere che servono solo a mascherare questa realtà", tuona Roberto Calenda, allora suo agente (adesso non lo è più). Lotito risponde che se vuole andare via deve accontentare le richieste della Lazio, che vengono soddisfatte dal Monaco che si porta a casa il senegalese cresciuto nella Masia catalana per 30 milioni di euro più bonus.

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