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Le grandi trattative della SPAL - 1964, affare Capello: una plusvalenza per il centro sportivo

Le grandi trattative della SPAL - 1964, affare Capello: una plusvalenza per il centro sportivoTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 30 marzo 2020, 19:23Serie A
di Davide Soattin
fonte Inviato a Ferrara

Il Friuli-Venezia Giulia è sempre stato un serbatoio senza fondo per Paolo Mazza. Un pozzo inesauribile da cui attingere per poter scovare giovani di buone speranze su cui fare importanti investimenti, facendoli crescere, maturare e valorizzare per poi rivenderli a un prezzo superiore. Il ciclo alla SPAL è sempre stato questo, o almeno lo è stato di sicuro a cavallo degli anni d’oro, quelli del miracolo sportivo che la consacrò come terribile matricola tra il 1950 e il 1970.

Il prendersi cura dei giovani come se fossero piante appena nate si dimostrò un vero e proprio punto di forza manageriale dei biancazzurri, che permise loro di farsi conoscere al panorama del calcio nazionale di quel periodo. Lo è stato con tanti grand campioni ed è successo anche con Fabio Capello da Pieris, un piccolo paesino all’epoca in provincia di Trieste, che venne acquistato da Paolo Mazza nel 1964 per 2 milioni di lire e il fondamentale benestare di papà Guerrino, più convinto dell’offerta degli estensi rispetto a quella avanzata da Giuseppe Viani per conto del Milan.

Il giovane Capello si trasferì così sedicenne a Ferrara e sin da subito mise in mostra promettenti doti a livello tecnico e umano. Dall’intelligenza tattica alla grande dedizione in campo, passando per i piedi educati e il portamento genuino, insomma, l’umile ragazzetto friulano possedeva tutto quello che gli sarebbe servito per diventare un promettente calciatore, nonché per immergersi in una realtà caratterizzata da giovani promesse e scommesse su cui puntare, come gli si presentò quella ferrarese al suo arrivo.

Qui giocò le prime due stagioni nelle giovanili biancazzurre e poi fece il suo esordio in Serie A nella sfida persa per 3 a 1 contro la Sampdoria. Era il 29 marzo 1964 e la SPAL si avviava mestamente alla retrocessione in Serie B. Nel giro di un anno però, grazie alla mano lungimirante di Paolo Mazza, che allestì una vera e propria corazzata, gli estensi ritrovarono subito la massima serie e Capello - a soli diciannove anni - divenne un importante punto di riferimento del centrocampo di quella formazione, in cui militava anche il compagno di stanza e di mille avventure Edoardo Reja.

Dopo tre stagioni - dal 1964 al 1967 - con la casacca dei ferraresi, 49 presenze e tre reti, il campionato 1966-1967 si avviò ad essere l’ultimo del triestino alla corte di Francesco Petagna, nonno di Andrea e allenatore della SPAL in quegli anni. Nonostante l’infortunio al ginocchio che subì quell’anno infatti, tale da farlo rimanere fuori dal campo per quasi metà del torno, Capello spiccò il volo e lasciò il nido in estate, venendo ceduto alla Roma per la prima tappa di un viaggio che lo avrebbe portato a vestire anche le maglie di Juventus e Milan.

A tutti gli effetti, si trattò di una cessione necessaria e utile - vista la plusvalenza acquisita - per far quadrare i conti e fornire maggiore liquidità alla casse sociali, con il presidente Paolo Mazza che investì i 250 milioni di lire ricavati dalla vendita del giovane ai giallorossi nella costruzione del centro addestramento di via Copparo, quello che per intenderci è ancora oggi sede degli allenamenti della squadra di Di Biagio e che all’epoca servì come convitto per ospitare altre nuove promesse da far crescere, valorizzare e infine cedere per acquistarne di nuove, sempre nel segno della programmazione.

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