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Le quattrocento volte in viola di Pantaleo Corvino

Le quattrocento volte in viola di Pantaleo CorvinoTUTTO mercato WEB
© foto di Balti Touati/PhotoViews
martedì 20 marzo 2018, 12:082018
di Marco Conterio

Il suo rifugio è tra i suoi milleduecento ulivi nella sua Vernole ed è per questo, forse, che ha uno spassionato amore per le pianticelle. Che nel dizionario calcistico viola sono i talenti pescati, scovati, cresciuti e sbocciati alla Fiorentina. Dove Pantaleo Corvino, in occasione della vittoria di Torino, ha fatto quattrocento. Arriva sulle rive dell'Arno nell'estate del 2005 dopo oltre duecento gare dietro la scrivania del Lecce. Un traguardo importante per uno dei dirigenti più longevi della storia recente del pallone italiano, che a Firenze ha vissuto e sta vivendo una storia d'amore, di alti, di bassi, di rotture, di abbracci, di successi, di frizioni. C'è sangue e passione, nell'avventura fiorentina di Corvino, suo e di una città che mai abbandonerà la sua indole, polemica, passionale. Che sa riconoscere anche lei il talento e se ne innamora visceralmente. "Ho fritto per tanti anni con l’acqua", ha detto Corvino, che inizia la sua storia calcistica fiorentina con il 2-1 alla Sampdoria e non è forse un caso se tra mille pianticelle il primo a segnare è un Fiore già esperto. E' la Fiorentina di Luca Toni, che sarà Scarpa d'Oro. E' una Fiorentina che arriverà agli ottavi di Champions League, tre volte al quarto posto, che vedrà giocare in viola Mutu, Gilardino, Melo, Jovetic, Nastasic, Ljajic, Frey, Vargas e non soltanto.

Ogni amore, però, ha due facce e nel 2012 si consuma l'addio al club gigliato. Vola così al Bologna che ritornerà in Serie A, il 30 maggio del 2016 il ritorno nella sua Firenze. Come direttore generale dell'area tecnica, con il club viola che gli rinnova poi il contratto fino al 2020. Il bilancio totale, in tutte le competizioni, è di 178 vittorie, 105 pareggi e 117 sconfitte come dirigente della Fiorentina, con il 45% dei successi in Europa a far da corollario a un'avventura lunga, fatta di soddisfazioni, di alti, di bassi. Di colpi azzeccatti e di altri sbagliati, perché per ogni Jovetic ci sarà sempre un Savio, per ogni Toni ci sarà sempre un Bolatti e via discorrendo perché fa parte del calcio e della vita. Però il traguardo è importante, il bilancio in attivo, 400 è cifra che nel calcio moderno non è certo consueta e ora, nel momento più difficile della storia della Fiorentina, che ha perso il capitano, Davide Astori, la proprietà viola si è nuovamente avvicinata e stretta alla squadra. Alla dirigenza. Alla città. Per un nuovo inizio, insieme.