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LIVE TMW - Petrachi: "Dzeko prima scelta. Baldini è rimasto al suo posto"

LIVE TMW - Petrachi: "Dzeko prima scelta. Baldini è rimasto al suo posto"TUTTO mercato WEB
© foto di Insidefoto/Image Sport
martedì 10 settembre 2019, 13:07Serie A
di Dario Marchetti
fonte Dall'inviato a Trigoria
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In conferenza stampa insieme a Mkhitaryan c'è anche Gianluca Petrachi . Queste le del direttore sportivo a margine della presentazione del calciatore armeno:

Gli acquisti in prestito rappresentano una difficoltà per la continuità del suo progetto?
"A volte ci si deve adattare alle esigenze. Per Smalling e Mkhitaryan era difficile impostare un certo tipo di discorso a 48 ore dalla fine del mercato. Nelle esperienze passate sono stati investiti soldi importanti per giocatori che conveniva prendere in prestito. In questo mercato dovevamo fare delle scelte. Un mese fa potevamo acquistare Mkhitaryan, ma parliamo di un top player con ingaggio altissimo e dobbiamo stare attenti al bilancio. Per venire alla Roma lui ha rinunciato a dei soldi. Si sono create delle opportunità per fare operazioni furbe e parlo di Smalling e Mkhitaryan. L’obiettivo a lungo termine è aumentare la qualità".

Su Dzeko
"Io quando ho fatto la mia conferenza stampa ho sempre detto che Dzeko era il centravanti della Roma e che mi sarebbe piaciuto poterlo trattenere. Poi si fanno delle strategie. Ho sempre nutrito la speranza di poter trattenere Edin. Tutto quello che era successo durante l'anno hanno pesato sull'umore del calciatore. Ho fatto capire al giocatore che il vento stava cambiando. Le lusinghe dell'Inter avevano posto in testa delle cose al giocatore. Gli ho fatto capire che non sarebbe stato importante all'Inter come lo sarà per noi. Qui è un punto di riferimento. Sono felicissimo che lo abbia capito e ringrazio Silvano Martina che è stato fondamentale. Alla fine poi quelle che potevano essere delle alternative sono rimaste tali. Dzeko è sempre stata la nostra prima scelta".

Cosa state facendo per porre fine agli infortuni?
"Sono delle valutazioni oggettive che personalmente sto facendo. Lo scorso anno nel mio Torino ho avuto pochissimi infortuni a livello muscolare. Quando ti metti nelle condizioni di entrare in un nuovo ambiente bisogna tarare anche questo. Sto cercando di capire quali giocatori utilizzano un personal trainer al di la dei preparatori della Roma. Poi il lavoro in palestra è fondamentale. Esistono anche i casi fortuiti. La storia di Spinazzola parla chiaro. Ogni tanto ha avuto qualche infortunio e lo stesso posso dire di Pastore. Il caso strano è Zappacosta che non presentava problematiche. Under è un fibra bianca: è uno che deve sapersi gestire. Mi ha detto che si è infortunato facendo un colpo di tattico improvviso, molto forte. Stiamo ristrutturando il manto erboso del campo principale perché i ragazzi si sono spesso lamentati della durezza di questo. Poi andremo anche sugli altri campi".

E' un mercato da Champions League quello della Roma?
"Credo di averci messo l'anima e una logica calcistica. Quando si arriva in un nuovo ambiente ci sono cose che funzionano e altre meno. Ho fatto una piccola rivoluzione. Ho chiesto anche pazienza perché siamo all'anno zero. Sono convinto insieme alla società di aver creato qualcosa da cui far rinascere l'orgoglio romanista. Sono convinto di aver creato un gruppo importante. E' stato fatto un mercato in uscita importante. Abbiamo fatto dei rinnovi importanti con Under e Zaniolo: i nostri fiori all'occhiello. Sto cercando di far quadrare un po' tutto e sto cercando di far amalgamare una squadra. Su una base importante sono stati inseriti giocatori di spessore. Fonseca dal canto suo sta cercando di portare la sua cultura del lavoro. Ora basta mercato, ma voglio parlare di Sassuolo. A livello di punteggio ci manca qualcosa. Con il Genoa potevamo portare i 3 punti. Sono comunque molto fiducioso perché vedo l'impegno che ci mettono. Vedo senso di appartenenza a cena. Quando sono arrivato c'era disgregazione, ora c'è unità d'intenti. Non posso dire oggi se la Roma è da Champions League perché non faccio il veggente, ma la sensazione è di aver costruito una squadra tosta".

Sul monte ingaggi della Roma
"Premesso che oggi non ho visto accuratamente l'indagine della Gazzetta. Ho visto il nostro monte ingaggi e c'è qualche incongruenza. Gli ingaggi veri non vengono riportati in tutta la sua naturalezza. Sarei cauto su questo dato. Credo da quello che ho visto ci sono tante nefandezze su dei giocatori che conosco anche. Il monte ingaggi della Roma è molto in su. Quando parlavo di valori equi mi riferivo anche a questo. Se do tanti soldi a un giocatore, questo mi deve dare un ritorno. Su questo la Roma deve migliorare. Con il tempo cercheremo maggiore equilibrio".

Era una strategia aspettare gli ultimi giorni per acquistare?
"E' stata un'opportunità. Il fatto che il mercato inglese chiudesse prima è stato un vantaggio. Un mese fa mi era stato proposto Miki, ma non potevo arrivare a quelle cifre. Nel frattempo ho fatto altre valutazioni su un calciatore brasiliano, ma doveva essere acquistato alle nostre condizioni. A quel punto ho risentito Mino Raiola per capire se ci fosse ancora spazio per prende Miki in prestito. Parlando con Raiola gli ho detto che sarebbe stato più adatto al campionato italiano che a quello inglese. In Premier con un certo tipo di modulo avrebbe fatto più fatica. C'è stata anche della strategia per Smalling e Mkhitaryan".

C'è un rimpianto nel mercato?
"Non ho rimpianti. Non sono state fatte altre due uscite per scelta dei calciatori. Forse questa era l'unica cosa, ma non ho rimpianti in entrata. Tutto ciò che ho fatto è sempre stato sincronizzato con la società. Guido Fienga è la persona che decide e tutto è stato fatto con l'approvazione del presidente Pallotta. Ringrazio anche la Roma nelle possibilità di fare quello che era nella mia testa".

A che punto è il lavoro di Fonseca?
"Ieri ci ho parlato e ne abbiamo discusso. Deve continuare a portare avanti il proprio credo. Quando destrutturi una situazione come quella italiana ti scontri con una mentalità diversa. Deve insistere senza avere dubbi. Credo che nel momento in cui arriveranno i risultati, i calciatori saranno i primi a convincersi che quell'idea di calcio sarà giusta. Ora ci manca un po' di equilibrio, ma è una questione di tempo. Questo tipo di mentalità ci porterà ad avere coraggio. Ora ci servono i risultati anche con un briciolo di fortuna. Confido molto nella struttura e nella forza di questa squadra".

Le cessioni sono state la parte più difficile?
"E' stato uno dei grandi problemi. Non puoi fare una squadra di 50 calciatori. Bisognava avere equilibrio e non è stato semplice. Alcuni calciatori, forti della ricchezza del proprio contratto, tendono a fare resistenza. Prima di lasciare Roma poi ci pensi. Si fatica a spostare i calciatori. Aver detto tutto in faccia a calciatori e agenti ti aiuta. Ho cercato di far capire a chi era in uscita che era più giusto andare via piuttosto che fare delle comparse. E' rimasto qualche residuo ma credo ci possa stare. Sono altresì contento di come sia avvenuta la campagna acquisti cessioni".

Su Paratici e Marotta
"Orgoglioso di aver mantenuto la promessa fatta. La Roma non è la succursale di nessuna squadra. Tutti hanno capito che non possono venire a Roma dettar legge. Abbiamo dato un segnale importante. Quando ci sarà da parlare di un calciatori, ci saranno tempi e modi da rispettare".

Che ruolo ha avuto Baldini?
"Franco non ha mai intralciato il mio lavoro. Gli avevo chiesto rispetto dei ruoli e c'è stato. C'è stata collaborazione come per Mkhitaryan. L'acquisto di Miki sia uscito la sera di domenica anche perché Raiola voleva che non si sapesse fino al mattino. Io non ho avuto grandi problemi con Franco. E' stato al suo posto. Ben venga poi che si interfacci con Pallotta. Dell'operazione Smalling non ne era neanche a conoscenza, ma non perché non volessi avvisarlo, ma perché non c'è stato tempo. Sono molto contento come il lavoro di squadra abbia funzionato".

Su Schick
"Reputo Patrik un giocatore dalle grandi potenzialità. Le aspettative però hanno creato dei sogni nella testa di una tifoseria. Credo che abbia anche infranto i sogni di quegli stessi tifosi. Anche avesse fatto delle cose strabilianti, sarebbe rimasto marchiato. Spero possa venir fuori ora anche se lontano da Roma. Qui non era l'ambiente giusto per ritrovarsi. Poi vedremo a fine campionato cosa avrà fatto. Resta un patrimonio della Roma perché è un prestito con diritto di riscatto. Sono convinto che possa fare bene al Lipsia. Togliersi il peso di questa responsabilità lo possa far ritrovare".

13.10 - Termina la conferenza stampa

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