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LIVE TMW - Roma, Sabatini: "Un acquisto mancato mi ha portato a lasciare il club"

LIVE TMW - Roma, Sabatini: "Un acquisto mancato mi ha portato a lasciare il club"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 7 ottobre 2016, 14:282016
di Francesco Fontana

Nella giornata di ieri è arrivata l'ufficialità dell'addio alla Roma di Walter Sabatini, con il presidente James Pallotta che lo ha così salutato: "Vorrei ringraziarlo per quanto fatto in questo club e per la dedizione mostrata. Lo ringrazio ulteriormente anche per tutto quello che ho imparato da lui".

Sostituito da Frederic Massara, l'ormai ex direttore sportivo giallorosso spiega le dinamiche che hanno portato a questo epilogo nella conferenza stampa organizzata quest'oggi a Trigoria: "Vi ringrazio per essere qui. La prima volta che sono entrato qui stavo meglio, poi l'alta pressione ha cambiato un po' le cose. Non mi ricordo la mia prima conferenza stampa, potrei tornare su alcune cose, ma andiamo avanti. Non sarà un bilancio definitivo, questa è ancora la mia squadra. Non ci sarò fisicamente, ma sarò comunque partecipe. La rosa è di livello, c'è la possibilità di fare un grande campionato con un ottimo allenatore come Spalletti. Il nostro ciclo è positivo. Emotivamente parlando mi dispiace non aver salutato il pubblico della Roma al Circo Massimo, questo è per me un rammarico. Ho sempre pensato che le varie squadre con le quali abbiamo lavorato avrebbero potuto competere per lo Scudetto. Non dico che sono arrabbiato per questo, ma triste certamente. Concludo dicendo che sono stato il direttore sportivo della Roma, esclusivamente il direttore sportivo della Roma in questi anni. Ho fatto tutto pensando alla Roma in primis. Questa esperienza non è stata per me una frazione di vita, ma la vita. Tutto quello che è successo prima di venire è un po' opaco, dico di aver vissuto per la Roma, sono geloso di questo sentimento e sono preoccupato perché, avendo magari un altro ruolo in futuro, farò fatica dopo questa esperienza".

Cosa porterà con sé di questa avventura?
"Voglio ringraziare tutte le persone che hanno lavorato con me. Qui ci sono persone alle quali ho voluto veramente tanto bene, nonostante non sia un uomo che ama esternare i miei sentimenti. La mia esperienza qui è stata sostenuta da parecchie persone. Ci sono professionisti eccezionali, fidatevi di loro. L'azienda giallorossa andrà avanti alla grande anche senza di me, la squadra è molto forte ed è formata da ragazzi seri che vogliono fare un qualcosa di importante. Io ho portato la Roma a sedere nei migliori tavoli d'Europa, abbiamo sempre combattuto. Ho condotto il mercato sempre con l'obiettivo di migliorare la rosa. La vittoria deve essere considerata ora come una necessità, per questo abbiamo optato per una rivoluzione culturale. Dispiace non aver centrato un successo, ma ho ancora tanta esperienza perché abbiamo un grande allenatore, mi auguro possa rimanere almeno 5 anni. Bisogna pensare alla vittoria come un'esigenza, dobbiamo agire e pensare in questo modo. Sono deluso, qui si perde e si vince nello stesso modo. Questa è la nostra debolezza".

Quali sono i tre ricordi più belli della sua esperienza giallorossa?
"Sicuramente quando sono entrato qui per la prima volta. Penso di aver fatto qualcosa di importante, ma non di trionfale. Volevo che la Roma riuscisse a imporsi sotto tutti i punti di vista, e in quel momento pensavo potesse succedere sul serio. Non dimentico la vittoria nel derby e voglio citare Ibarbo, tanto criticato. Lo abbiamo comprato per una certa cifra, ovvero 2 milioni di euro in prestito, ed è stato ceduto al Watford. Quella vittoria contro la Lazio, in cui lo stesso Ibarbo insieme a Iturbe, la porto con me. Ricordo anche il gol di Bradley a Udine, nella vittoria importantissima per il nostro record. Negativamente parlando, non posso non citare la sconfitta in finale di Coppa Italia contro la Lazio".

Cosa pensa della figura di Totti? Crede che sia fin troppo importante per gli altri giocatori, spinti a far bene proprio per la sua esperienza?
"Tutti vogliono Totti, io gli darei il Premio Nobel per la fisica. Meriterebbe il Pallone d'Oro per tutto quello che ha regalato al calcio italiano e mondiale. Le sue giocate sono uniche. Nessuno potrà riprodurre le sue gesta, e questo non vale anche per altri grandi campioni. Normale che la sua grandezza possa oscurare il resto del gruppo, c'è grandissima attenzione intorno a lui. La crescita degli altri calciatori ne risente".

Questa è la strada giusta per arrivare ad avere un progetto vincente?
"Massara ha lavorato con me, è molto competente e adesso toccherà a lui. Ho grandissima fiducia nei suoi confronti, lo vedrete lavorare al meglio e con molta educazione. La Roma avrà un futuro, anche con lui. Qui ci sono anche altri dirigenti importanti, poi qualcuno mi spiegherà perché ha la ferrea volontà di distruggere qualsivoglia figura che lavora in questa società. Io ho fatto tanti errori, lo avete sempre sottolineato, ma vedo che c'è sempre la tendenza a far diventare Baldini e Baldissoni dei dirigenti non capaci. Attenzione, non vi sto accusando e mi prendo le mie responsabilità. Il mio non è un attacco alla stampa, ma certi atteggiamenti sono da sottolineare. Forse è meglio che la Roma sia debole, così è più facilmente attaccabile. Io non devo difendere nessuno, parlo di un problema generale. Fidatevi di questi dirigenti, non criticateli sempre. Lo ripeto, non sto criticando nessuno anche perché alcune vostre critiche mi hanno anche aiutato. Dovete sostenere la Roma, un club che deve lottare per il massimo. In estate abbiamo provato a migliorare la rosa per vari motivi, anche se ovviamente è molto più semplice raggiungere i risultati con un progetto che non muta spesso".

Nonostante le tante critiche, a livello economico la Roma è cresciuta sotto la sua gestione. I tifosi, invece, sono talvolta ironici.
"Se vendo Benatia e compro Manolas non faccio un danno, ma produco dell'utile. Certo, ci sono dei rischi, ma l'ho fatto con l'unico obiettivo di non indebolire la squadra. Se vendo Ljajic, al quale voglio bene, e vado su Perotti, beh... credo che io lo faccia per migliorare la Roma. Alcune operazioni sono state fortunate, altre meno, ma sempre con un unico obiettivo: essere competitivi. Certo, non abbiamo vinto, ma daremo sempre fastidio a chiunque. Non credo di aver prodotto dei danni durante il mercato. L'unica pecca è stata la continuità. Senza questa si parte svantaggiati".

Le proprietà straniere stanno arrivando in Italia: secondo lei Pallotta sa veramente il significato della Roma o lo considera semplicemente un business?
"Sono convinto sappia il valore di questa società e della piazza in cui si trova. La gente vuole il bene della Roma, lui lo sa perfettamente. La questione è culturale, è un imprenditore americano che sta attento alla statistica, mentre io sono un europeo crepuscolare e solitario. Lui vive e pensa al calcio così come pensa alle sue azienda, io sono diverso. Da qui qualche problema e la rescissione contrattuale, il nostro è un buon rapporto. La Roma è viva, abbiamo una media-punti importante, sia con Garcia prima che con Spalletti ora. Milan ed Inter vorrebbero essere la Roma, siamo incappati in un ciclo straordinario della Juventus e non siamo stati fortunati".

Per quale motivo ha pensato all'addio alla Roma già a febbraio? Qual è la situazione dei rinnovi di contratto di alcuni calciatori?
"Nainggolan ha chiesto un adeguamento, la società sta valutando. Si sta trattando, niente è ancora definito. I giocatori devono rendersi conto che abbiamo perso il preliminare di Champions League, un danno per tutti, quindi ci sono delle valutazioni differenti da fare. I contratti saranno eventualmente rivisti da Baldissoni, ma non sono la nostra priorità. Ora testa al campo, vogliamo fare delle cose importanti. Tornando a me, vado via dalla Roma perché sono cambiate alcune regole del calcio. Io voglio fare il mio calcio, faccio fatica ad adeguarmi a nuovi criteri. Il presidente, con i suoi collaboratori, puntano giustamente su altri punti statistici, mentre io vivo con istinto e immaginazione. I numeri possono aiutare, ma a volte tradiscono. Credo a quello che vedo quando noto un calciatori, io non voglio combattere per idee differenti. Da sempre ho la mia idea di calcio e non intendo cambiare. Al momento in società si punta su altro. A volte mi sveglio di notte e penso ad alcuni calciatori che si possono prendere, a volte sbaglio. E penso al povero Piris, che onestamente non era da Roma".

Pensa che il suo lavoro sarà sostituito da una 'macchina'?
"No, ma da una cultura differente. E io non sono all'altezza, nonostante, voi lo sapete, abbia una certa idea di me. A volte mi definite presuntuoso. Ho perso un giocatore di recente che adesso sta facendo molto bene, è stato uno dei motivi che mi ha portato a lasciare. Sto male per questo giocatore, fate una ricerca e capirete a chi mi riferisco. Questo episodio è stato decisivo, mi ha fatto capire che non devo più essere io il ds della Roma"

Chiosa sul ruolo di Franco Baldini: "Lo spiegherà lui o la società. Pallotta mi ha chiesto se avessi provato fastidio, ma ho risposto negativamente. La mia decisione era presa, è un grande acquisto per la Roma, seppur di ritorno. Le commissioni? Quante avete riso per le commissioni? Così si acquistano i calciatori! Allora pago una commissione per arrivare a un giocatore. Ma voi ridete per le commissioni... Ascoltate: gli individui, non la stampa, tengo a sottolinearlo, dovrebbero venire con me in tribunale a ridere e tirare fuori quei fatti a cui hanno sempre fatto riferimento. Si parlava di un consorzio tra Sabatini e gli agenti, ma per favore. Alcuni individui dovrebbero presentarsi con me in tribunale".

Pensa già a una nuova squadra?
"Non faccio una scelta sapendo di avere delle coperture. Al momento non ci sono offerte. Sono un disoccupato, ma ho voglia di calcio. Spero possano arrivare delle chiamate".

Perché questo distacco tra la Roma e i suoi tifosi?
"Me lo chiedo perché. Non capisco perché il tifoso non possa affezionarsi a Perotti, oppure a Salah e Dzeko, nonostante le vostre critiche. Tanti giocatori sono forti, magari vi affezionerete a Bruno Peres. Io voglio bene ai miei giocatori, non vedo perché non possano farlo anche i tifosi".

In questi anni ha mai ricevuto dei suggerimenti per il mercato? C'è qualche altro giocatore che avrebbe voluto prendere?
"Tantissimi, almeno cento. Non è stato facile cedere alcuni giocatori, ma soprattutto Lamela. Quell'operazione mi ha ucciso. Ho voluto comprarlo per mandare un segnale forte a tutti gli altri club, non fu facile prenderlo, ma prendemmo un giocatore splendido. Venderlo è stato un grande dolore grande, ma questo vale anche per altre cessioni. Sempre arrivano dei suggerimenti per il mercato, ma non ascolto mai. Forse una sola volta in 20 anni".

Pensa che Pallotta sia stanco della Roma?
"No, anzi. Per lui è una passione e un privilegio. Vuole rendere questo club forte, sa perfettamente che lo stadio sarebbe una grande cosa per essere competitivi a livello internazionale. Vuole andare avanti, speriamo abbia successo. Concludiamo qui, è stato un piacere. Attenzione: nessun attacco alla stampa, bensì agli individui"