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LIVE TMW - Udinese, Pradè: "Elettroshock Tudor". Collavino: "Grazie Nicola"

LIVE TMW - Udinese, Pradè: "Elettroshock Tudor". Collavino: "Grazie Nicola"TUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
giovedì 21 marzo 2019, 10:54Serie A
di Ivan Cardia

Da ieri sera, Igor Tudor è di nuovo l'allenatore dell'Udinese: subentra a Davide Nicola, col compito di provare a salvare i friulani. A partire dalle 10 l'allenatore croato si presenterà alla stampa: potete seguire le sue parole in diretta testuale su TMW.

Con Tudor, parteciperanno alla conferenza odierna anche il dg Collavino e l'uomo mercato bianconero Pradé.

Ecco Tudor e i due dirigenti friulani, appena arrivati in sala stampa.

Parla Collavino: "Tudor è il nuovo allenatore dell'Udinese, ieri ha già sostenuto la prima sessione di allenamento. A nome della società e mio personale gli do il bentornato e colgo l'occasione per ringraziare mister Davide Nicola, e il suo staff, per il lavoro svolto con serietà e professionalità. Nicola sa che sono parole sincere. Prima di passare la parola al direttore Pradé vorrei fare due considerazioni in merito alla scelta di far tornare Tudor. Anzitutto, per quanto riguarda la tempistica: l'ho detto quando abbiamo ingaggiato Nicola, comanda la classifica e comandano i punti. A maggior ragione in questo momento del campionato, non contano le ipotesi o le attenuanti, ma i fatti. C'è poi una ragione di calendario, ci accingiamo a una ripresa di campionato con due gare infrasettimanali: giocheremo cinque partite in due settimane e per questo abbiamo fatto in questo momento una scelta così. C'è poi un altro elemento: l'anno scorso ho parlato di progettualità proprio presentando Tudor, e poi ho presentato Julio Velazquez. Sono fatti non in discussione, ma tutte le scelte vanno valutate nel momento in cui vanno compiute. Tudor ci ha portato salvezza e oggi è qui perché abbiamo il convincimento, con pragmatismo e umiltà, di poter lavorare tutti per questo obiettivo. Sintetizzo i motivi della scelta: Tudor conosce la squadra, la società, l'ambiente, i tifosi, lo staff tecnico. E ha le qualità per raggiungere l'obiettivo della salvezza".

Ora parola a Pradè: "Non è stato semplice parlare con Nicola e col suo staff. Checché se ne dica esistono anche i sentimenti, i rapporti. Uno pensa che il calcio sia una situazione solo di cose personali, invece non è così: ti porta a vivere momenti di gioia e di sofferenza, ti unisce profondamente anche a livello umano. Per questo non è stato facile, ho letto da alcune parti che si prendono scelte con leggerezza. In certi casi decide tutto tranne che la leggerezza: c'è la coscienza professionale. Ti dice che io da due mesi dico a tutti quanti, ai tifosi, alla stampa, alla squadra: attenzione, basta polemiche futili, inutili, qui bisogna essere concentrati, bisogna arrivare alla salvezza. Eco, adesso questo è il momento che bisogna capirlo tutti veramente. E per farlo capire ci serviva un elettroshock. Purtroppo è quello di cambiare: ora ci sono undici partite, undici finali. Mi serviva un allenatore che avesse delle caratteristiche forti, sotto il profilo caratteriale e di temperamento. Un allenatore che ha esperienza internazionale forte in delle piazze calde: quando alleni in Turchia o in Grecia ti viene qualcosa di diverso rispetto agli altri. Ha anche situazioni tecniche: quando parlo con gli allenatori non mi basta l'identità e il carattere, devi avere anche delle idee tattiche che si sposino con quello che vuole l'Udinese. Ribadisco per l'ennesima volta che la famiglia Pozzo mi ha scelto per prendere delle decisioni: che io le prenda giuste o sbagliate me ne assumerò le responsabilità quando servirà. Finché succederà io mi impegnerò al massimo. Mi è piaciuto Igor, non ci conoscevamo ma mi ha convinto. Mi ha convinto la sua conoscenza, il fatto che l'anno scorso ha preso una squadra a quattro giornate dalla fine con grandissimi problemi, che ora non troverà perché è una squadra in salute, a cui va cambiata la testa della squadra. Oggi a Igor chiedo questo: puliscimi tutte queste situazioni, portami identità, leggerezza, forza. Facciamo questo cammino insieme, cerchiamo di arrivare all'obiettivo salvezza. Le altre dietro viaggiano e giocano calcio. Inventiamoci qualcosa, condividiamo fortemente questo momento. Perciò a Igor faccio il mio più grande augurio, lo ringrazio per aver accettato in maniera così repentina: io da domenica sera non dormo, come non dormono i Pozzo, come non dormono Collavino o Carnevale".

Domanda per Pradè: cosa non le è piaciuto dell'esperienza di Nicola?
"Non posso dire nulla del lavoro di Nicola, mi è piaciuto. Però devo tenere conto in questo momento di dover dare consapevolezza all'ambiente di quello che stiamo rischiando. E purtroppo la differenza la fa solo la classifica, i primi a doversene accorgere sono i calciatori. Soltanto i cambiamenti, le situazioni di stordimento ti danno questo. Lo spogliatoio non se l'aspettava, ho parlato di elettroshock che è per tutti. Anche per voi, che non ve l'aspettavate. Non c'è altro: è un cambiamento per prendere consapevolezza e mi serve in questo momento una persona come Igor Tudor".

Domanda per Collavino: il rapporto con Tudor era stato chiuso?
"Il contratto con Tudor era stato risolto, ne è stato firmato uno nuovo con scadenza 30 giugno 2019".

Domanda per Collavino: siamo sempre qui a presentare allenatori, cosa deve cambiare?
"Mi fate una domanda che mi porta all'interno dell'area tecnica, dovrebbe rispondere il direttore Pradè. Quello che posso dirvi è che rimanere competitivi al nostro livello non è facile, soprattutto questo club ha fatto continui investimenti, portando qui giocatori che, anche in una stagione travagliata, ci hanno fatto ricevere offerte molto importanti un po' per tutti i nostri giocatori. Entrando nella sostanza della domanda, è evidente che se in due anni si cambiano tre allenatori un anno e tre allenatori l'altro, degli errori sono stati fatti. Delle valutazioni sono state fatte in modo non corretto: si fanno dei progetti e poi non si arriva ai risultati nei tempi che il campionato richiede. È evidente che l'aspettativa di chi gestisce un club è quello di costruire un percorso di lunga durata e sappiamo tutti che così facendo si arriva a ottenere risultati sportivi di un certo tipo. Però siamo in un contesto di grande competitività, in un contesto dove ci sono squadre molto forti. Il nostro calcio è stato anche copiato negli ultimi anni e quindi dobbiamo evolverci".

Domanda per Pradè: c'era bisogno di elettroshock? Continuiamo a cambiare allenatori.
"L'elettroshock è proprio questo qui, serviva una scelta che nessuno si aspettava. Adesso non si vede perché sta parlando in modo molto professionale Igor, però mi serve la sua presunzione. Il calcio e la vita sono stranissimi, mai avrei pensato di poter lavorare con Tudor che con Montero era uno dei calciatori che mi stavano più antipatici. Di lui ho il ricordo di Totti che fa il gesto del quattro. Non potevamo aspettare ancora: abbiamo Genoa, Milan, Empoli, Lazio, Roma. Tutte una dietro l'altra: non puoi essere leggero. Voglio una situazione tattica diversa, una presunzione anche in questo".

Domanda per Collavino: tornerà anche Pinzi?
"Farà un percorso con noi. Ha risolto a gennaio col Padova e appeso le scarpe al chiodo. Farà un percorso con noi, sa esprimere la nostra identità, ha personalità ed è in grado di trasmettere questi valori di udinesità, permettetemi di parlarne, ai ragazzi dello spogliatoio. Resterà con noi, per confrontarsi con lo staff tecnico, il mister, e andremo avanti così. Per quanto riguarda lo staff, Tudor si avvarrà della collaborazione di un altro tecnico, Vucko, oltre a tutto il personale tecnico dell'Udinese calcio".

Domanda per Pradè: c'è una progettualità?
"Io vi dico che voglio fare un programma su undici gare. Ho parlato con Gino Pozzo, gli ho detto quel che ho detto a Igor, che mi deve dimostrare che sei quello che vogliamo per l'Udinese e tutto quello che vi sto dicendo ora l'ho detto a Igor ieri. Noi abbiamo un progetto di undici partite, se poi nasce un amore sarò felice di lavorare con lui per cinque anni. Poi sulle tante presentazioni io posso parlare del mio percorso dall'1 luglio a oggi. Sì, ci sono stati degli errori. Non è che uno mette la testa sotto la sabbia e fa finta di niente. Però quando fai degli errori vuol dire che hai fatto: è stato un anno particolare, abbiamo una squadra molto forte a livello individuale. Lo dimostrano i dieci calciatori convocati nelle rispettive nazionali. Sei l'unica società in Italia che ha due giocatori con l'Argentina e dovevamo avere anche Pussetto oltre a Musso e De Paul, perché era in preconvocazione. Abbiamo fatto una stagione intera senza Barak, senza Badu, senza Samir, con giocatori a metà. Mi prendo le mie colpe, ma sono annate strane: devo portare la barca in porto. Poi il resto sarà responsabilità professionale. Poi mi dispiace che potete pensare che si entri dentro situazioni tecniche in maniera facile. Dietro c'è un percorso: cambiare allenatore è difficile, mettiti nei panni di chi glielo deve dire".

Domanda per Collavino: ha parlato di udinesità. Negli anni, a livello di squadra, si è perso.
"Posso anche essere d'accordo. Però poi per costruire una rosa di giocatori, puntando anche su elementi italiani, perché di questo si sta parlando, bisogna fare anche i conti col mercato, con le altre squadre, in un percorso che non è semplice e che trova sempre complicazioni. Anche se da questo punto di vista un percorso lo abbiamo iniziato, con situazioni a breve termine e investimenti a lungo termine. Non voglio spostare l'attenzione, ma stiamo rinnovando il settore giovanile, abbiamo avviato un progetto academy, abbiamo 60 società affiliate in tutta Italia: questo per portare in prima squadra dei calciatori italiani che possano essere lo zoccolo duro di cui parlate. Io credo che il contributo di Pinzi in tal senso possa essere utile".

Stessa domanda anche per Pradè.
"Io credo nell'identità del gruppo. Sotto questo profilo sono davvero contento di questi ragazzi, siamo partiti con un gruppo non omogeneo con 22 nazionalità diverse. Però piano piano si è costruito qualcosa, sono stati aggiunti giocatori aggreganti come Mandragora od Okaka che fanno gruppo. Poi te ne sei ritrovati alcuni da cui non ti saresti aspettato tanto. È tanta roba, mi piace questo modo loro di essere compatti, di essere insieme. Noto la grandissima crescita di questo gruppo, voglio partire da questo per portare identità. Avete parlato di Pinzi, Di Natale e Domizzi: sono tre grandissimi amici, ma quanto a udinesità sono tutti e tre stranieri (ride, ndr). Ho fatto una battuta, li vorrei tutti qui. Giampiero ha la voglia di fare un certo tipo di percorso, va formato perché ha finito di giocare a calcio quattro mesi fa".

Si conclude qui la conferenza stampa.

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