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Mancini: "Materazzi è il mio idolo: in suo onore la 23 e pure un tatuaggio"

Mancini: "Materazzi è il mio idolo: in suo onore la 23 e pure un tatuaggio"TUTTO mercato WEB
© foto di Insidefoto/Image Sport
lunedì 5 agosto 2019, 19:13Serie A
di Giacomo Iacobellis

Intervistato dal sito ufficiale della Roma, il difensore giallorosso Gianluca Mancini ha raccontato così le esperienze vissute a Perugia e Bergamo: "Il Perugia è stato un’esperienza fondamentale: il primo passo da un settore giovanile a un campionato di professionisti, con gente più grande di me e tanta esperienza sulle spalle, per la prima volta lontano da casa. Ero abituato a stare sempre vicino alla mia famiglia, con amici, fidanzata e famiglia, quando mi sono ritrovato all’improvviso lontano da loro non mi sentivo a mio agio. Tutto questo, però, mi ha fatto crescere. Ho capito com’è il calcio dei professionisti ed è stata una bella esperienza. In panchina c’era Pierpaolo Bisoli, che mi ha insegnato tante cose. All’inizio non giocavo, ero giovane e gli allenatori devono essere bravi a non bruciarti. A gennaio c’era la possibilità di andare in prestito ma io scelsi di restare lì, concludendo l’anno con quattordici presenze”.

Lì ha conosciuto il suo idolo Materazzi?
“Sì. Uno dei miei tatuaggi è legato a lui e un massaggiatore del Perugia quando lo scoprì gli inviò una foto. Marco gli rispose e promise di incontrarmi una volta tornato lì e così è stato. Il 23 della mia maglia è dedicato sia a lui sia al giorno in cui mi sono fidanzato con la mia compagna”.

Poi è andato in prestito all’Atalanta a gennaio del 2017, com’è stata l’esperienza con Gasperini?
“Dopo altri sei mesi a Perugia, a gennaio sono andato a Bergamo. Ero convinto che il lavoro svolto in Serie B andasse bene, ma non era così: il salto è davvero grande. Mister Gasperini ha cambiato totalmente il mio modo di lavorare, a livello mentale e fisico. Gli allenamenti erano davvero intensi, all’inizio non pensavo di farcela, ma è tutta una questione di abitudine”.

C’è una partita della sua carriera che ricorda con più piacere?
“Il 4-1 all’Inter, a Bergamo, con l’Atalanta. Battere una squadra importante fu molto bello. La più emozionante di tutte, però, è l’esordio in Nazionale, è stata una cosa unica. All’inno mi veniva da piangere, non ci credevo. Ero accanto a giocatori come Verratti, Florenzi, Bonucci. Per tanti anni li ho visti vestire quella maglia ed ero accanto a loro”.

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