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Milan, Kessie: "Il derby contro l'Inter va solo vinto, anche giocando male"

Milan, Kessie: "Il derby contro l'Inter va solo vinto, anche giocando male"TUTTO mercato WEB
© foto di DANIELE MASCOLO/PHOTOVIEWS
sabato 14 ottobre 2017, 00:452017
di Tommaso Bonan
fonte Corriere.it - milannews.it

Il centrocampista del Milan, Franck Kessie, si è raccontato in una lunga intervista ai microfoni del Corriere della Sera.

Kessie, non è che al derby arriva stanco? "No, no per nulla. Io più lavoro, più ho voglia di lavorare. Per me è normale, nel Cesena ho giocato 35 partite, l’anno scorso sono stato espulso e mi sono fermato a 32. E questa stagione voglio farne anche di più".

Ricaricare le energie quando si gioca ogni tre giorni è anche una questione di testa. Lei come fa a essere sempre sul pezzo? "Ricordando l’obiettivo. Il Milan mi ha chiamato per tornare in Champions. Questa è una nuova sfida per me, voglio essere all’altezza".

Da Bergamo a Milano ci sono 50 km, ma immaginiamo sia un altro mondo. "L’Atalanta gioca per restare in serie A, il Milan per vincere lo scudetto. È chiaro che le pressioni siano maggiori, ma io non leggo niente, né giornali né social. Penso solo a lavorare, ci sono tanti compagni di livello che mi danno fiducia. E anche l’allenatore".

Che differenze ha notato tra Gasperini e Montella? "Non tante. Montella è un grande allenatore, perché prende tutte le pressioni su di lui e fa il bene della squadra".

E questo non è sicuramente un momento facile, dopo due sconfitte di fila. Il Milan è obbligato a vincere nel derby? "Il derby va vinto, non importa se si gioca bene o male, va vinto in qualunque modo»"

Quando ha capito che sarebbe diventato un calciatore? "Ai Mondiali Under 17 del 2013. Ho visto lo stadio pieno, c’erano un sacco di procuratori, hanno cominciato a dirmi “ti porto al Manchester United”, “ti porto al Real Madrid”. Ho capito che potevo venire davvero in Europa".

E come è stato l’arrivo a Bergamo? "Freddo, sono arrivato a gennaio, non avevo neanche vestiti invernali. Volevo tornare indietro subito. Sono stati mesi difficili, avevo 18 anni, non parlavo la lingua. A Bergamo sono rimasto sei mesi in Primavera, giocavo ancora difensore centrale. Poi sono andato in prestito a Cesena, le cose hanno cominciato a migliorare, mister Drago mi ha spostato a centrocampo e fatto giocare sempre".

E cosa preferisce? Difesa o a centrocampo? "Centrocampo, perché ogni tanto si fa gol. Anche se per me il piacere maggiore è l’assist".

A proposito di confronti con i compagni, com’è andata la storia della maglia n. 19 contesa a Bonucci? "Parlando anche con la società, ci siamo messi d’accordo. Ora ho il 79 perché è il più simile al 19".