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Milan, tra l'euforia delle cose formali e i difetti di un mercato incompleto

Milan, tra l'euforia delle cose formali e i difetti di un mercato incompletoTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
martedì 26 settembre 2017, 11:002017
di Michele Pavese

Mettere in discussione un allenatore a fine settembre, dopo sei giornate di campionato, è piuttosto singolare. Lo è ancor di più quando si hanno dodici punti in classifica e in estate si è effettuata una vera e propria rivoluzione. Vincenzo Montella non può essere giudicato colpevole per due partite obiettivamente giocate male dal Milan. Quando si esprimono dei giudizi, bisogna sempre valutare due aspetti fondamentali: il contesto in cui si opera e le variabili che spesso esulano dai meri aspetti tecnici e tattici (infortuni, stato di forma).

Il Milan sta provando a ricostruire dalle macerie di un lustro molto buio. La nuova società ha ribaltato la rosa, acquistando ben undici nuovi giocatori. In un'azienda normale, quando si opera un ricambio simile, è lecito attendere i risultati nel medio-lungo periodo, non nell'immediato. Invece, in casa rossonera sembra esserci una "fretta" che non dovrebbe essere contemplata nel momento in cui si parla di "progetto". A Montella non viene perdonato nulla, ma le responsabilità di un inizio non proprio esaltante, nel gioco più che nei risultati, non sono soltanto sue. La campagna acquisti faraonica ha lasciato delle voragini piuttosto evidenti in alcune posizioni, che nemmeno il passaggio dal 4-3-3 al 3-5-2 è riuscito a colmare. Manca una seconda punta veloce, in grado di saltare l'uomo e creare superiorità, oltre a una mezzala sinistra di ruolo. E mancano alternative in difesa e un vice-Kessié. L'impressione è che il nuovo Milan sia stato costruito con poco criterio e senza un vero modulo di riferimento, e che tra la società e il mister non ci sia stata molta sinergia in sede di mercato. Sono emblematici, in questo senso, i casi di Suso e soprattutto di Çalhanoğlu, un trequartista centrale impiegato prima come esterno offensivo e poi come mezzala in questa prima parte di stagione. La poca funzionalità di certi calciatori si traduce nella confusione emersa finora.

A Montella si può imputare un atteggiamento troppo passivo e la mancanza di reazione della squadra nelle situazioni più complicate. Non gli si può rimproverare, però, di aver effettuato degli esperimenti, necessari per trovare l'assetto giusto e capire quali siano gli elementi più affidabili, né il calcio poco spumeggiante proposto dai suoi ragazzi. Le certezze non si acquisiscono in un mese e mezzo, ma si ottengono con il duro lavoro e in un ambiente sereno. Quello che, un po' a sorpresa viste le premesse, non sembra esserci.