Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Milano amara per Borja, Vecino e Kalinic. Sono lontani i tempi di Firenze

Milano amara per Borja, Vecino e Kalinic. Sono lontani i tempi di FirenzeTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
mercoledì 4 aprile 2018, 15:342018
di Gaetano Mocciaro

Dovevano essere protagonisti a Milano, invece Nikola Kalinic e Borja Valero, protagonisti fino a un anno fa alla Fiorentina, guarderanno il derby dalla panchina.

Kalinic, pallino di Vincenzo Montella, è uno dei primi epurati della gestione Gattuso che gli ha preferito il giovane ma ben più prolifico Cutrone. La cifra spesa di 25 milioni spesa in estate lasciava già perplessi, considerata la scarsa vena realizzativa del croato, il cui record di marcature è della scorsa stagione (15 reti). Non ci si aspettava l'exploit in rossonero, ma sorprende come i numeri siano ben sotto le aspettative: 4 reti segnate in 31 partite, l'ultima delle quali il 3 dicembre, contro il Benevento, la prima di Gattuso. Fino a quel momento era la prima scelta dell'attacco. Fino a quel derby del 27 dicembre risolto da Cutrone. Da quel momento il suo utilizzo è stato centellinato, a causa della pubalgia e perché scavalcato di fatto nelle gerarchie. Chiamato in causa ha mostrato la solita generosità e il solito scarso appeal con il gol.

Borja Valero era il giocatore che doveva dare esperienza e qualità al centrocampo dell'Inter. E fino a dicembre l'investimento nerazzurro sembrava azzeccato. Il calo della squadra è coinciso col suo, fino ad arrivare all'esclusione dell'undici iniziale. Ironia del destino contro il Benevento, la partita che ha sancito l'inizio della risalita dell'Inter. E con l'arrivo di Rafinha e le sue prestazioni maiuscole per l'ex Fiorentina lo spazio concesso è sempre meno: 11 minuti col Napoli, 10 con la Samp, un quarto d'ora col Verona.

Matias Vecino, infine. Poteva e doveva essere il perno della nuova Fiorentina che in estate stava ripartendo con un nuovo progetto. Stefano Pioli, che aveva appena lasciato l'Inter (guarda il caso) puntava molto su di lui, promettendogli un ruolo da protagonista, uno dei pochi giocatori non toccati dalla rivoluzione estiva. Fino all'arrivo dei nerazzurri che su espressa richiesta di Luciano Spalletti hanno deciso di pagare la clausola rescissoria e portarlo a Milano. Poche le prestazioni maiuscole, fino all'esclusione dai titolari nelle ultime tre partite. Dove l'Inter sembra aver trovato una quadra.