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Napoli, era tutto già deciso: la notte più sofferta di De Laurentiis

Napoli, era tutto già deciso: la notte più sofferta di De LaurentiisTUTTO mercato WEB
© foto di Insidefoto/Image Sport
mercoledì 11 dicembre 2019, 08:15Serie A
di Antonio Gaito

Il ribaltone dopo la Champions. De Laurentiis ha atteso la qualificazione agli ottavi - per la terza volta nella storia del club - per entrare in scena con scelte ormai già chiare sin da domenica, dopo il primo tempo surreale di Udine che ha tolto ogni speranza di ripresa alla società, segnata soprattutto dalle delusioni interne con Genoa e Bologna. De Laurentiis ha sacrificato Ancelotti, una delle sue scelte più convinte nella sua era da presidente, per risollevare una squadra ormai divorata da alibi, problemi interni post-ammutinamento, pesantezza mentale di chi proprio non riesce a trovare motivazioni dopo il ridimensionamento degli obiettivi rispetto a quelli sbandierati in estate, falliti per un mix di problemi di organizzazione, infortuni e soprattutto scelte estive nel comporre una rosa a proiezione offensiva.

"Incontrerò il presidente per valutare il bene del Napoli, ma spero di restare", il messaggio di Ancelotti in conferenza stampa, poco prima dell'incontro per ricevere in pratica solo la comunicazione dell'esonero. Un tweet alle 23.38 ha chiuso ufficialmente la storia, voluta fortemente da De Laurentiis che ha provato prima a raddrizzare e poi a portare avanti a costo anche di deteriorare il rapporto con la squadra. Non c'è stata una vera discussione tra le parti, magari per arrivare alla sfida di sabato col Parma. "Milik è mancato tanto, non neghiamolo", "Si sono visti segnali importanti dalla squadra" ed altri passaggi del tecnico nel post-partita, come le belle parole di Manolas, Zielinski e Koulibaly, non sono neanche stati toccati. La scelta del resto è fatta da giorni.

Oggi inizia l'era Gattuso, la soluzione ideale per De Laurentiis - indirizzata anche dal rapporto di fiducia con Jorge Mendes - per provare ad uscire da una situazione così complessa. Il maestro lascia spazio all'alunno, dunque, forgiato proprio dalle situazioni anormali. A partire dagli esordi con Zamparini a Palermo, passando per l'Ofi Creta, fino al Milan con cui ha sfiorato proprio quel quarto posto a cui è legata la sua conferma a Napoli la prossima stagione. Nel pomeriggio potrebbe essere già in campo: a Ringhio il compito di ricompattare la squadra in campo e fuori. Da un lato potrà beneficiare dei rientri di Allan e Milik, insostituibili nell'organico per caratteristiche, ma dall'altro dovrà risolvere i problemi di equilibrio di una squadra costruita male, le mancanze di un regista, un incontrista ed un terzino sinistro, ricreando motivazioni e spirito di appartenenza in una rosa che per la metà è in scadenza o si sente già altrove. Non il compito più facile.

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