Nel Derby Eterno non vince nessuno. Meno che mai la civiltà
Esistesse un indice di pericolosità delle tantissime sfide stracittadine per le lande di tutta Europa, molto probabilmente alla voce "allerta massima" trovereste il Derby Eterno. Quello che si gioca a Belgrado e che mette di fronte il Partizan e la Stella Rossa, le due squadre dominanti del paese. Se la settimana scorsa, proprio su queste pagine, abbiamo ritenuto necessario sottolineare la presenza delle due compagini serbe alla fase ad eliminazione diretta dell'Europa League, è altrettanto doverosa adesso la cronaca degli scandalosi, e purtroppo tutt'altro che inediti, episodi avvenuti mercoledì sera al Partizan Stadion. La partita si è conclusa sul punteggio di 1-1 - ha segnato ancora una volta il solito Boakye - ma l'attenzione si è inevitabilmente riversata su quanto accaduto sugli spalti: nella curva del Partizan infatti si è assistito a scontri ripetuti, con tanto di annesso corposo intervento, al suono dei manganelli, della polizia. Le prime voci a rincorrersi parlavano di un tentativo di sfondamento da parte degli ultras ospiti, frange che vent'anni fa componevano l'esercito di guerriglia di Raznatovic e solo qualche settimana fa hanno inneggiato al gerarca e criminale di guerra Mladic, condannato all'ergastolo per gli orrori commessi in Bosnia, perlopiù.
Ma non sono stati loro: secondo ricostruzioni più approfondite trattasi di un regolamento di conti interno alla curva di casa. Il conteggio finale racconta di più di una dozzina i feriti, uno dei quali è dato in pericolo vita. E anche di una civiltà ancora ben lontana dall'essere radicata, in certi settori. Lo si può ben dire: mercoledì sera non ha davvero vinto nessuno. Né in campo né fuori.