Occhio alla sorpresa - Grassi, a Ferrara alla ricerca del tempo perduto
Alla ricerca del tempo perduto. Niente Proust né madeleine, solo Alberto Grassi che cerca di trovare la sua dimensione nel calcio italiano. A Ferrara, per la precisione. Prodotto del florido vivaio dell'Atalanta, nel 2016 accetta la corte del Napoli. Avventura sfortunata: al primo allenamento si fa subito male, rientra solo a febbraio e di fatto perde una stagione. Nella scorsa stagione, Grassi è tornato in prestito a Bergamo, dove però gli orobici hanno già trovato la giusta amalgama: nello splendido meccanismo creato da Gasperini, lo spazio per il classe '95 è ridotto all'osso. Non profeta in patria, Grassi torna in Campania e aspetta.
L'incrocio con la SPAL potrebbe portare al rilancio, o forse semplicemente al lancio. A 22 anni, con 34 presenze in A negli ultimi tre anni, è troppo presto per dire che giocatore sia Grassi. Nell'Atalanta di Reja, fin qui la sua miglior esperienza, comunque troppo corta per un giudizio definitivo, ricopriva il ruolo di centrale in un centrocampo a tre. Non è detto che quella del regista, o centromediano metodista, sia però la posizione più adatta. Nel 3-5-2 spallino di Semplici, potrebbe ricoprire per esempio uno qualsiasi dei tre ruoli interni. Anche adattandosi a giocare in maniera diversa a seconda dei partner. Grassi, per quel poco che si è visto, ha buone qualità difensive e una bella lettura del gioco. Può evolversi in un centrocampista box to box, o rifugiarsi in un ruolo con meno propensione offensiva. Deve recuperare, però, il tempo perduto.