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Pallotta: "Venerdì arriverà l'approvazione dalla Regione per lo stadio"

Pallotta: "Venerdì arriverà l'approvazione dalla Regione per lo stadio"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
giovedì 23 novembre 2017, 17:452017
di Michele Pavese

James Pallotta, presidente della Roma, ha parlato dell'ottimo momento di forma della squadra giallorossa a Sports Illustrated: "Ripensando agli obiettivi iniziali, volevamo provare a entrare costantemente in Champions League, cosa che non è facile. Ci siamo riusciti tre volte nelle ultime quattro stagioni e una volta siamo andati in Europa League. Stiamo provando a creare una squadra per vincere il campionato, c'è voluto un po' di tempo per imparare alcune cose e cambiare la gestione filosofica delle operazioni calcistiche. Monchi sta facendo questi cambiamenti e ha bisogno di tempo. Credo che venerdì avremo l'approvazione e l'annuncio per fare lo stadio dalla Regione e questo potrebbe essere un bel regalo di Natale. Cambieranno tante cose quando lo avremo".

Da una prospettiva calcistica, lei ha parlato di cambio filosofico. Può spiegarsi meglio?

"Negli ultimi due anni abbiamo cambiato il nostro scouting, sviluppando incredibili sistemi di analisi, un livello superiore. Penso che il nostro sistema sia cambiato in meglio, siamo migliorati in Italia e all'estero. Ci sentiamo come se avessimo dato più tempo ai nostri giovani. Non so se mi sbaglio, ma sono abbastanza sicuro che siamo i sesti in Europa tra quelli che forniscono più talenti alle altre squadre. Guardate per esempio Lorenzo Pellegrini. Non sono sicuro che sarebbe tornato se non avessimo avuto Monchi. Dovremmo farlo giocare di più, per lui è un pezzo importante della Roma, lo sarà per i prossimi 10 anni. Vogliamo essere sicuri che giocatori come lui, i giovani, capiscano cosa sia la Roma e che noi li vogliamo. Facendo così, le cose possono cambiare rispetto al passato. Crediamo davvero che, a un certo punto, con i nostri programmi, potremmo avere 5/6 ragazzi l'anno da mandare in Prima Squadra. Se invece andranno in prestito, dovranno giocare. Siamo contenti di dove stiamo arrivando".

Per quanto riguarda Monchi e Di Francesco, anche se è un po’ presto, è contento di dove siete ora, giusto?

"Monchi ha avuto un'esperienza di 15-16 anni con il Siviglia e si è meritato la reputazione che ha. Con il suo lavoro nella ricerca dei giovani con il budget a disposizione ha portato il Siviglia a vincere 5 Europa League, avevo ottime sensazioni quando iniziai a parlare con lui. Tante società erano su di lui e gli offrivano più soldi, ma a lui piaceva il nostro progetto. Ha lavorato duramente questa estate e abbiamo ancora altre cose di cui parlare. Ho un bel rapporto con lui, penso sia stata davvero un grande acquisto per la squadra. Sa parlare con i giocatori ma anche con lo staff, è uno di loro. Si è dimostrato quello che pensavo, anzi forse di più. Su Di Francesco posso dire che negli ultimi due anni lo abbiamo seguito e ci è piaciuto il modo in cui faceva giocare le squadra. Il vantaggio è che lui già conosceva la Roma avendoci giocato, capisce le difficoltà dell'ambiente, il derby, come porsi con i giornalisti, con le radio, le tv. Sa come gestire queste cose, è flessibile. Quando ho parlato con lui questa estate mi ha spiegato il suo stile di gioco e apprezziamo ciò che sta facendo. Nel giro di un paio di partite ha apportato tutti gli accorgimenti necessari, siamo andati in casa del Chelsea e abbiamo giocato come sappiamo, in passato non l'avremmo fatto. Le sue rotazioni, il turnover, tutto ottimo. Abbiamo capito che quest'anno avremmo avuto una rosa più profonda e così è stato, sta utilizzando più giocatori. Prendi Gerson, pensano tutti sia un centrocampista ma in realtà gioca esterno alto a destro e ha fatto doppietta contro la Fiorentina. Quindi forse è meglio come attaccante. Poi Florenzi, sa giocare a destra sia da terzino che da attaccante, ma sarebbe perfetto anche a centrocampo. Sfortunatamente abbiamo avuto degli infortuni, come quello di Karsdorp. Schick dovrebbe tornare presto e ci aspettiamo molto da lui. Defrel può giocare alto a destra o a sinistra dietro a Dzeko. Schick invece sa agire a destra o può giocare con Dzeko o anche al suo posto. Poi c’è El Shaarawy e tutti pensano che lui sia possa giocare solo a sinistra, invece partendo da destra fa tanto movimento ed è riuscito a segnare due gol al Chelsea".

Questa Roma è abbastanza forte per vincere lo scudetto?

"Penso che negli ultimi due anni eravamo abbastanza forti. Quando Spalletti è arrivato, è rimasto imbattuto per 17 partite, c'eravamo vicini. Se avessimo giocato così da inizio stagione... Dovevo cambiare prima, c'è stato un periodo in cui non abbiamo vinto per 11 partite. Con Spalletti tre, quattro, cinque di quelle partite le avremmo vinte e sto parlando di 10 punti. L'anno scorso siamo finiti 4 punti dietro la Juventus. Ci sono state partite che avremmo dovuto vincere ma le abbiamo pareggiate, ora però siamo più tosti. Penso che possiamo giocarcela per vincere lo scudetto, la Serie A in questa momento è al pari di altri campionati. Se la giocano Roma, Juve, Lazio, Napoli, Sampdoria, Inter, forse Milan e Fiorentina. L'Atalanta è una squadra tosta, ma noi li abbiamo battuti in casa loro. Abbiamo avuto un calendario duro, ma pensiamo a noi stessi e a giocare come sappiamo, come fatto contro la Lazio. È un campionato difficile, ma la squadra sta bene, c'è unione e si è visto dopo il derby, tutti a cena fuori. Non c'erano fazioni o gruppetti, tutti insieme".

Come trascorre il tempo tra Boston e Roma?

"Al momento trascorro sostanzialmente più tempo a Boston. Ci sono le questioni legate alla Roma, ma ho anche molti altri affari. Ci sono molte cose in ballo a Boston riguardo lo stadio. Per esempio, martedì è tornata la compagnia di costruzioni e il nostro project manager, ogni giorno abbiamo diverse situazioni. A Roma la stampa dice che sono un presidente assente ma è falso. Sto lavorando su tantissime cose, le nostre operazioni commerciali hanno sede a Londra. quindi quando vado a Roma passo davvero molto tempo per andare anche a Londra per le questioni commerciali. Faccio solo quello che devo fare".